Con la pandemia, l'export vola

Venerdì 19 Febbraio 2021
CAMERA DI COMMERCIO
Il settore farmaceutico-medicale in Polesine registra un vero e proprio boom a fine 2020 e fa volare le esportazioni soprattutto verso gli Stati Uniti, facendo registrare alla provincia uno dei più alti aumenti in percentuale dell'export di tutto lo stivale.
È questo il dato eclatante che emerge dall'indagine Veneto Congiuntura di Unioncamere, condotta a gennaio 2021 su un campione di 2.100 imprese manifatturiere venete con più di 10 addetti. Lo studio è stato presentato ieri con gli interventi del neo presidente della Camera di commercio di Venezia e Rovigo Massimo Zanon e del presidente di Unioncamere Mario Pozza, l'introduzione di Antonella Trevisanato dell'Area studi e ricerche di Unioncamere e gli interventi di Marzia Polles e Jacopo Faggin i quali hanno precisato che si tratta di un settore industriale che ha avuto una ripresa nel terzo trimestre ed è riuscito a registrare una tenuta anche nel quarto trimestre dell'anno.
SCENARIO IN CHIAROSCURO
Riguardo al numero di imprese si registra una situazione di congelamento, con un dato meno negativo rispetto alle attese, e purtroppo un crollo delle imprese giovanili che in Polesine registrano il meno 7,9 per cento. Nella media 2020 la produzione manifatturiera polesana è calata del 7,6 % rispetto al 2019, ottenendo un risultato migliore rispetto a quella dell'area veneziana. Considerando invece l'ultimo trimestre dell'anno, per le imprese manifatturiere del Polesine la produzione rispetto allo stesso periodo del 2019 è diminuita dell'1,1%, ma il fatturato è cresciuto del 5,4%, gli ordini interni dell'1,1% e quelli esteri dello 0,9%.
Una sorpresa arriva dai dati relativi agli interscambi commerciali: nei primi nove mesi del 2020 è cresciuto di ben 521 milioni di euro l'export del settore farmaceutico e chimico-medicinale con le esportazioni polesane aumentate del 41,4%. «Con questa percentuale la provincia di Rovigo registra una performance tra le migliori a livello nazionale in termini percentuali ha spiegato Faggin . Si assiste a un boom di esportazioni verso il continente americano motivato dall'esportazione di prodotti farmaceutici: parliamo di un aumento del 492 per cento, e la percentuale di valore rispetto all'intero export provinciale si attesta al 37,1 per cento per quanto riguarda l'area americana».
EXPORT SUGLI SCUDI
Nel valutare l'exploit del settore di prodotti farmaceutici e medicinali, in cui operano insediamenti polesani come Novamont e Fresenius Kabi Ipsum, va considerato che tra i prodotti sono ricompresi medicinali, sieri immuni, vaccini ma anche preparati medico-diagnostici come i reagenti per tamponi. «Quanto ai flussi di esportazione i preparati farmaceutici fanno la parte del leone, solo questo comparto costituisce oltre il 35 per cento dell'export provinciale negli ultimi tre mesi del 2020 ha sottolineato Faggin -. Il boom è nelle esportazioni verso Stati Uniti, Brasile e Canada, per il quale l'aumento da un milione e mezzo di euro a oltre 36 milioni». Vanno alla grande anche i prodotti farmaceutici di base, esportati soprattutto in Portogallo, e quelli destinati a rifornire gli studi medici e dentistici che vengono esportati in particolare in Belgio. Regge bene l'esportazione di articoli di materie plastiche verso la Germania, al secondo posto nell'export provinciale, e aumenta l'esportazione di prodotti tipici polesani, soprattutto bevande, verso Francia, Germania e Stati Uniti.
Ilaria Bellucco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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