Compostella: «Gli ospedali restano, ma ruoli diversi»

Sabato 20 Ottobre 2018
IL CONVEGNO
VILLADOSE La discussione del nuovo piano sociosanitario è iniziata in Regione mercoledì e ieri il congresso provinciale della Cgil in sala Europa a Villadose ha dedicato i lavori della mattina proprio a Il futuro del sistema sociosanitario in Polesine. Al convegno, moderato da Davide Benazzo, il direttore generale dell'Ulss 5 Antonio Compostella ha rassicurato sul futuro degli ospedali locali, anche se bisogna fare i conti con la sostenibilità. Per questo, «Rovigo, Adria e Trecenta sono tre ospedali che devono rimanere, ma che non devono essere uguali». Rovigo sarà il punto di riferimento, con altissime specialità da mantenere nelle prossime schede attuative del Piano, che partirà nel 2019. Adria manterrà medie e basse specialità, Trecenta darà risposte basali e di ambito infermieristico, specializzandosi nella chirurgia di giornata e in quella settimanale. Per la sostenibilità, vale la relazione «se aumentano i volumi di prestazioni sanitarie, sale l'efficacia delle stesse». Così i reparti che non hanno determinati volumi, non sono accreditati: «Non significa che saranno chiusi - ha spiegato Compostella - ma che non svolgeranno quella determinata attività».
Il direttore generale dell'Ulss 5 ha ricordato come esempio il percorso dell'attività chirurgica senologica: la normativa fissò 4 anni fa il numero di 100 casi l'anno per stabilire un'Unità di chirurgia mammaria, che ora continua a essere svolta a Rovigo.
ADRIA NON CHIUDE
«La salvaguardia dell'ospedale di Adria è un obiettivo fondamentale - ha continuato Compostella - il Piano ha detto che non si tocca e non c'è alcuna volontà aziendale di depotenziamento. Anzi, la volontà è di investire e ad Adria inizierà l'attività operatoria neurochirurgica, compatibilmente con le sale operatorie dell'ospedale».
Compostella ha riferito d'aver discusso, giovedì scorso, l'organizzazione del nuovo pronto soccorso di Adria con Paolo Fattori, direttore dell'Unità organizzativa di Edilizia ospedaliera. Inoltre, sulla questione del Punto nascite di Adria, il direttore generale ha confermato che «l'Ulss conserva i servizi com'erano, nelle more del confronto tra Regione e ministero» sulla richiesta di deroga al volume di 500 parti l'anno: ad Adria erano stati 417 nel 2017, e «come andrà a finire, lo vedremo».
MEDICI ESTERNI
Nel convegno si è parlato anche dei medici in affitto. «La strada maestra è avere personale dipendente, per la fidelizzazione e per la competenza che si raggiunge nel tempo, ma bisogna anche fare i conti con l'obiettivo di garantire la continuità e la qualità dell'assistenza», ha detto Compostella. Per questo, l'Ulss prepara il bando che esternalizzerà l'intera attività medica del 118 ad Adria e Trecenta. Compostella, inoltre, ha ribadito l'assegnazione di 93 posti letto nel territorio per strutture intermedie (Hospice, ospedale di Comunità, Sapa).
LE CRITICHE
Al convegno hanno partecipato anche Stefano Cecconi, responsabile per le Politiche della salute della Cgil nazionale, e il consigliere regionale Claudio Sinigaglia, che ha evidenziato la necessità di passare alla «medicina di iniziativa» in Polesine, e ha bocciato la possibilità per i privati accreditati di gestire le Medicine di gruppo integrate, in sostituzione dei medici di base. Il vicepresidente della Conferenza dei sindaci, Antonio Bombonato, ha chiesto di ritrovare il rapporto diretto tra enti locali e direttore dei servizi sociali, «oggi vissuto con sofferenza», e ha lamentato: «Stiamo affrontando la discussione del nuovo Piano senza poteri di verifica sui risultati del precedente».
Nicola Astolfi
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