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ROVIGO Da domani il Green pass sarà obbligatorio per le consumazioni

Giovedì 5 Agosto 2021
COMMERCIO ROVIGO Da domani il Green pass sarà obbligatorio per le consumazioni
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ROVIGO Da domani il Green pass sarà obbligatorio per le consumazioni al tavolo nei ristoranti e bar, mentre non sarà necessario per il servizio al bancone e nei plateatici all'aperto. Gestori e proprietari dei locali a Rovigo come accolgono le nuove misure del governo per contrastare la nuova ondata di contagi da variante Delta del coronavirus?
SENTIMENTI DIVERSI
Alla consapevolezza che si tratta di una misura necessaria a evitare le chiusure che in passato hanno penalizzato tanto il settore si aggiunge talvolta, tuttavia, anche una certa insofferenza. Quella di doversi aggiornare e riorganizzare di nuovo e di farsi carico di controllare che i clienti abbiano il pass per accedere al locale. Il Green pass viene rilasciato a chi abbia un tampone negativo nelle 48 ore precedenti, abbia ricevuto almeno una dose di vaccino o sia guarito dal Covid nei 6 mesi precedenti. Oltre alla certificazione cartacea, l'altra modalità di controllo del Green pass è con il Qr code: il codice va scansionato con una specifica applicazione da scaricare sullo smartphone, per verificare i dati e le generalità della persona titolare della certificazione verde. L'app può essere scaricata gratuitamente, ma può essere utilizzata solo dai soggetti autorizzati ai controlli. Così gestori di ristoranti, pizzerie e bar quando i clienti fanno le consumazioni ai tavoli, devono, dopo la lettura del Qr code, controllare tramite la firma digitale l'autenticità del pass e la sua scadenza (48 ore, 9 o 6 mesi). E dopo queste verifiche, scatta il controllo incrociato: sui dati visualizzati dell'intestatario del Green pass e su un documento d'identità valido.
I RISTORATORI
Così, davanti all'ennesima incombenza, ci sono anche gestori che preferiscono non esprimersi: «Ho idee diverse e preferisco siano altri colleghi a parlarne», dice qualcuno. A prevalere sono comunque la sicurezza e la concretezza. «L'importante, per noi, è che questa disposizione eviti di chiudere i locali se ci sarà una forte ripresa del contagio: non si può tornare indietro e sopportare di nuovo i costi della chiusura», spiega Remigio Tristano Lucchin, che a Mardimago, dopo quasi 21 anni al Villa Regina Margherita con il ristorante Le Betulle, ha trasferito con i figli l'attività in via dei Mille 339, dove prima c'era la birreria chiamata Il Maltese. «È vero che con i controlli dobbiamo svolgere un ruolo che non è il nostro, ma si tratta di una fase straordinaria. E poi, chi può pretendere che si possa mettere di guardia un pubblico ufficiale, davanti a ogni locale, a verificare se i clienti hanno o no il Green pass? D'altronde noi ristoratori non ci siamo anche adattati a misurare la temperatura all'ingresso?».
Teme che dopo il 6 agosto ci siano meno clienti? «No. Anzi, ne verranno di più perché saranno sicuri di essere tutti controllati. E comunque, chi ha anche l'esterno può continuare a lavorare senza queste limitazioni». E chi non è vaccinato? «Starà a casa».
«È giusto che ci sia il Green pass dove all'interno dei locali il tempo di permanenza è maggiore», afferma Stefano Bonvento rispetto alla disparità di ristoranti e bar al chiuso con negozi, farmacie, supermercati, ma anche bar e ristoranti all'aperto, dove si potrà liberamente pranzare o cenare, comunque con il metro di distanziamento a tavola. «Ora all'Ostaria dei Bonfi e con La Boutique in corso del Popolo, lavoriamo solo all'esterno e con l'asporto».
«Nei bar, per le consumazioni ai tavoli all'interno, qualche problema organizzativo ci potrà essere. Forse ci vorrà un po' più di tempo, ma meglio così e riuscire a lavorare che chiudere», commenta Yun, titolare del Caffè Molinari. E i controlli? «Toccano a noi, non ci può essere un carabiniere a ogni locale. E non penso che ci saranno meno clienti: soprattutto d'estate, resta la voglia di uscire di casa e incontrarsi all'esterno».
Per qualcuno, invece, con l'obbligo del Green pass il timore di perdere qualche cliente c'è. «Per i gestori c'è un aggravio di responsabilità e non solo. Poi, non è detto che tutti i clienti aderiranno al Green pass. Così si potrebbero avere meno clienti, e significa lavoro perso», commenta Renata Costantin, titolare della pizzeria Vesuvio. Senza dimenticare, infine, che se l'obbligo del pass sarà violato, potranno essere elevate sanzioni pecuniarie da 400 fino a 1.000 euro, sia a carico dell'esercente che del cliente. E se la violazione fosse ripetuta tre volte, in tre giorni diversi, allora si aggiungerebbe la chiusura dell'esercizio da uno a 10 giorni.
Nicola Astolfi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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