Colpito dall'epidemia un bambino di 3 anni

Venerdì 27 Marzo 2020
IL BOLLETTINO
ROVIGO Parallelamente al contagio interno, che ha portato alla chiusura dell'area chirurgica dell'ospedale di Rovigo, continuano a registrarsi anche nuovi casi di positività registrati territorialmente, così come vengono definiti dall'Ulss Polesana. E fra questi, anche quello di un bambino di appena 3 anni. Scarne le informazioni che vengono fornite sul caso specifico, se non che il piccolo, nato nel 2017, in condizioni che non appaiono gravi, «ha presentato sintomatologia. Il tampone l'aveva eseguito a Treviso perché la famiglia si trovava lì, ma ha residenza in Alto Polesine: ci hanno dato informazione della sua positività, è a domicilio e non ha sintomi che destano preoccupazioni».
IL FENOMENO
A livello veneto, secondo una tabella regionale, i minori contagiati sono 125, 6 dei quali ricoverati. In Polesine figurano due bambini di 3 anni, un 15enne e un 17enne, tutti non ricoverati. La provincia che registra numeri più pesanti anche su questo fronte è quella di Padova, con 56 minori risultati positivi. Nell'Ulss 2 Marca Trevigiana risulta solo la positività di due 17enni, entrambi non ricoverati.
IN ISOLAMENTO
Per quanto riguarda le positività emerse ieri fra i residenti in Polesine, oltre a quella del bambino, ci sono anche altri cinque casi, che portano il totale a 114. I nuovi contagiati sono tutti non anziani perché rispettivamente di 23, 42, 53, 59 e 66 anni. «Probabilmente nota Compostella - le persone anziane, che sono sì più fragili, hanno forse meglio recepito l'invito a rispettare indicazioni e precauzioni, ma è vero anche che le persone più giovani escono anche per lavoro e questo comporta maggiori rischi, soprattutto per chi lavora fuori provincia. Due dei nuovi positivi sono proprio persone che lavorano in provincia di Padova. I casi polesani, infatti, sono legati prevalentemente a contatti lavorativi o professionali intrattenuti fuori dal Polesine, che resta ancora la provincia veneta con il minor numero di casi mentre ha percentualmente il numero più alto di persone in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva. Questo anche per effetto della fondamentale e strategica opera di contenimento, con l'individuazione e la ricostruzione dei contatti dei pazienti positivi portato avanti dal Servizio igiene e sanità pubblica, fondamentale per contenere l'epidemia».
SORVEGLIANZA ATTIVA
In totale, ieri, erano 536 le persone in isolamento domiciliare e sorveglianza attiva. E ieri si è registrato anche il sesto caso di guarigione, un segnale comunque incoraggiante. Sono, invece, 30 le persone ricoverate, delle quali 7 in Terapia intensiva, nel reparto specifico di Trecenta, dal quale è uscito il paziente che aveva già mostrato segnali di miglioramento nei giorni scorsi, anche se resta comunque ricoverato. Per quanto riguarda il personale, a ieri, ha spiegato Compostella, «abbiamo eseguito il tampone a 860 dipendenti Ulss e di questi abbiamo fino ad oggi 3 casi positivi, i due dell'area chirurgica di Rovigo e quello della Lungodegenza di Trecenta, mentre siamo in attesa di risposta per una settantina, tutti gli altri sono negativi. Questi numeri sono confortanti, per le persone in primo luogo, ma anche per la nostra operatività e per la conferma della sicurezza di protocolli e procedure».
CASE DI RIPOSO
Proseguono, ha spiegato il dg, anche i test nelle 20 case di riposo polesane dopo la scoperta di 5 ospiti e un dipendente a Fratta, di un dipendente e 8 ospiti alla Piccola casa di Padre Leopoldo di Rovigo e del medico di Villa Tamerici di Porto Viro: negli ulteriori controlli, «gli ospiti con riscontro di positività sono stati un ospite e un operatore a Fratta, mentre a Porto Viro è stato eseguito il tampone a tutti i dipendenti ed i risultati arrivati sono tutti negativi».
F.Cam.
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