Coimpo, primo stop alla bonifica

Venerdì 5 Novembre 2021
Coimpo, primo stop alla bonifica
ADRIA
La messa in sicurezza dell'ex sito Coimpo di località America di Ca'Emo si rivela più complessa del previsto. È andata deserta la procedura negoziata telematica per l'aggiudicazione dei lavori relativi alle opere civili per la messa in sicurezza dei rifiuti stoccati nella ex azienda di trattamento fanghi. L'operazione, che prevede un impegno di spesa di 271mila euro circa, è ricompresa nel progetto di messa in sicurezza di emergenza e caratterizzazione dei rifiuti da 584mila euro. A questo impegno complessivo palazzo Tassoni farà fronte con un contributo regionale di 467mila euro e circa 117mila di fondi propri. Delle cinque ditte invitate a presentare offerte, due veneziane, due polesane e una ravennate, nessuna si è presentata tanto che palazzo Tassoni è stato costretto a dichiarare la gara deserta e a indirne una nuova.
IL PROGETTO
Tre le fasi principali del progetto. Un primo lotto, quello al centro del bando, comprendente lavori di ingegneria civile su manufatti, vasche e silos nell'impianto, prevede la messa in sicurezza dei rifiuti e l'isolamento della dispersione dei fanghi nell'ambiente. Una seconda fase, l'appalto è già stato affidato, riguarda la caratterizzazione dei fanghi in loco per una loro corretta classificazione. È prevista inoltre una caratterizzazione del sito circostante l'impianto, sui piezometri già presenti, in altri punti di monitoraggio e sui terreni circostanti lo stabilimento. ll sito, da anni al centro di polemiche e procedimenti giudiziari, secondo una relazione Arpav non presenterebbe criticità rilevanti ma in un prossimo futuro, potrebbe creare problemi.
LE CRITICITÀ
Una vasca interrata che conterrebbe percolati, con funzione solo di accumulo dei liquidi di sgrondo dei vari fanghi, presenterebbe secondo i tecnici, diminuzioni di livello. Anche il muro perimetrale nell'ala nord - est dello stabilimento presenterebbe problemi per la presenza di un foro circolare all'altezza della pavimentazione e, in caso di piogge potrebbe determinare la fuoriuscita di acque meteoriche nell'adiacente fossato. Il lato nord dello stabilimento avrebbero problemi con dei fanghi che comporterebbero la produzione di percolato. Tale percolato, se non venisse opportunamente intercettato, secondo Arpav, finirebbe nelle canalette delle acque meteoriche. Lo stesso capannone che ospitava la produzione di correttivo calcico, sarebbe soggetto ad allagamenti. L'azione di messa in sicurezza del sito, intrapresa dal Comune, fa seguito all'inesigibilità delle polizze fideiussorie stipulate a copertura dei rischi ambientali e alla mancanza di un piano per la messa in sicurezza dell'impianto. «Faremo di tutto per aggredire i patrimoni delle persone responsabili di quanto accaduto nel sito di Ca' Emo - ha detto qualche tempo fa il sindaco Omar Barbierato - anche se non sarà facile. Nel frattempo ci siamo costituiti come parte civile in tutti i processi per ricercare la verità sui responsabili della tragedia che ha segnato per sempre il nostro territorio. Una volta terminata la messa in sicurezza strutturale delle vasche e dei silos ed eseguito le analisi sui campioni di fango contenenti, sapremo esattamente quali sostanze sono contenute nelle vasche e si potrà procedere con la bonifica».
Guido Fraccon
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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