«Chi deve pagare paghi». I genitori della ragazza chiedono giustizia

Giovedì 24 Ottobre 2019
«Chi deve pagare paghi». I genitori della ragazza chiedono giustizia
L'INCHIESTA
ADRIA A breve verrà fissata la data del funerale di Giulia Lazzari, il cui corpo, dopo l'autopsia, è stato lasciato nella disponibilità dei familiari con il nulla osta della Procura. Il Comune di Adria ha già pensato all'allestimento della camera ardente nella Casa delle associazioni di via Dante, come risulta dal fatto che l'assemblea che era stata indetta per oggi dal Movimento Civico Impegno per il Bene Comune è stata rimandata al 5 novembre.
CAMERA ARDENTE
Il funerale si terrà in Duomo ed è previsto un notevole afflusso, perché diffusa è la volontà di stringersi in un ultimo abbraccio a Giulia, mamma 23enne morta per mano del marito. Nel frattempo, il padre e la madre di Giulia, Devis e Moira, si sono affidati all'avvocato Enrica Fabbri, di Bergantino, per essere parte attiva nel procedimento nei confronti di Roberto Lo Coco, chiamato a rispondere del reato di omicidio volontario aggravato dal vincolo coniugale e dalla premeditazione: «Abbiamo intenzione di svolgere il nostro ruolo nel modo più efficace possibile spiega l'avvocato Fabbri -, perché si tratta di una vicenda che grida giustizia. I genitori di Giulia vogliono che sia fatta piena chiarezza e che deve pagare paghi. Da parte nostra seguiamo e condividiamo la linea della Procura che ha contestato la premeditazione. E di certo, se verrà disposto l'incidente probatorio per valutare la capacità di intendere e di volere di Lo Coco, nomineremo un consulente. E che consulente...».
AUTOPSIA ESEGUITA
Ieri mattina, subito dopo il conferimento dell'incarico, il medico legale Lorenzo Marinelli, di Ferrara, ha raggiunto la camera mortuaria per iniziare l'esame autoptico. Il quesito, così come formulato dal sostituto procuratore Sabrina Duò che coordina le indagini, è rivolto ad accertare le cause della morte e la loro compatibilità con la ricostruzione emersa dal racconto che lo stesso Lo Coco ha fatto prima alla madre ed alla zia di Giulia, poi anche di fronte ai carabinieri. Per la relazione sull'esame autoptico sono stati concessi 60 giorni, ma gli elementi fondamentali, ovviamente saranno accertati nell'immediatezza. Lo Coco, 28 anni e una dipendenza da eroina che ha reso particolarmente frammentario il suo interrogatorio e i colloqui che il suo difensore, l'avvocato d'ufficio Anna Osti, ha tentato in questi giorni, si trova in carcere dal 12 ottobre per la misura cautelare decisa nei suoi confronti dal Gip di Rovigo Pietro Mondaini, quando ancora l'accusa nei suoi confronti era quella di tentato omicidio. Giulia, infatti, in quel momento era ricoverata in Rianimazione all'ospedale di Rovigo, in coma farmacologico, e anche se le sua condizioni apparivano critiche, era ancora in vita. La morte è sopraggiunta il 17 ottobre, dopo un'agonia durata nove giorni. Troppo pesanti erano state le lesioni provocate dell'aggressione da parte del marito, avvenuta nel pomeriggio dell'8 ottobre, che al termine di un chiarimento sulla fine del loro rapporto coniugale le ha stretto le mani intorno al collo, fino a farla andare in arresto cardiaco e provocarle un edema polmonare ed un edema cerebrale. Un gesto che è stato descritto come una sorta di impulso inaspettato e incontrollato da parte di Lo Coco, ma che da una lettera trovata in casa sua apparirebbe, almeno secondo la ricostruzione accusatoria, frutto di un disegno di omicidio-suicidio che già era nella sua mente e che aveva messo nero su bianco.
Francesco Campi
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