Centri commerciali sempre deserti Negozi chiusi e rischio licenziamenti

Martedì 19 Gennaio 2021
Centri commerciali sempre deserti Negozi chiusi e rischio licenziamenti
GRANDE DISTRIBUZIONE
ROVIGO I centri commerciali, in questo periodo, stanno pagando il duro prezzo delle chiusure dettate dalla pandemia. Il lockdown e l'alternarsi delle tre fasce di limitazioni, in base al colore assegnato settimanalmente alle Regioni dal Governo, stanno mettendo a rischio centinaia di posti lavoro anche nella provincia di Rovigo. Molti negozi, e in particolare bar e ristoranti, hanno già chiuso per la mancanza di clienti e l'impossibilità di pagare gli affitti al centro.
TRACOLLO
«Gli ingressi sono a picco - spiega Mauro Guariento, ex direttore del Faro di Giacciano con Baruchella, oggi coordinatore dell'intera catena che conta una quindicina di centri sparsi tra Veneto e altre regioni del Nordest - siamo giù del 50-60% ogni giorno. Le restrizioni e soprattutto la chiusura durante il fine settimana, stanno segnando la fine drammatica dei centri commerciali. Mantengono aperti a beneficio dei cittadini i servizi essenziali. Tenere aperto un centro commerciale perché c'è il supermercato, però, significa sanificarlo, pulirlo e vigilarlo. Quindi le spese fisse ci sono comunque. Di fatto, non ci sono i clienti, i negozi sono chiusi, ma bisogna pagare la vigilanza e le pulizie come se tutto fosse a pieno regime. E i ristori del Governo non sono sufficienti per riuscire a coprire nemmeno questo spese. Le vetrine, poi, si stanno svuotando, molte attività non reggono alle chiusure».
NATALE CON POCHI BENEFICI
Il periodo natalizio aveva riportato le gallerie dei centri commerciali a essere un po' più popolate di clienti per gli acquisti delle feste, anche se la corsa agli acquisti non era certo paragonabile a quella del pre- pandemia. Le nuove restrizioni, invece, hanno riportato il pessimismo per i commercianti che operano all'interno dei centri. A essere frequentati sono, per la maggiore parte, i supermercati e le parafarmacie. Va peggio per i negozi di abbigliamento e calzature, costretti alla chiusura nel fine settimana. «Siamo in attesa dei saldi che partiranno a fine mese - spiega Guariento - ma se continueranno a esserci le chiusure del fine settimana, la ripresa darà davvero difficile».
SENZA PAROLE
Alza le mani al cielo anche il numero uno di La Fattoria, Claudio Zoccarato. «Una situazione drammatica - afferma - non ci sono parole per descrivere le conseguenze della pandemia sui centri commerciali. Stanno chiudendo, come previsto, bar e ristoranti che si trovano all'interno dei centri. I ristori non sono sufficienti, il settore è in profonda crisi. Non voglio aggiungere altro, è davvero una situazione incommentabile».
«Come fa un bar a restare aperto se non si può consumare un caffè all'interno abbassandosi la mascherina? - chiede l'ex coordinatore del Faro - con queste regole le attività di ristorazione dei centri commerciali fanno davvero fatica a riuscire a lavorare, anche con l'asporto».
Se non ci sarà una ripresa in primavera, la previsione del settore è che finito il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione, sarà veramente un bagno di sangue per i lavoratori dei centri commerciali.
R.Mer.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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