Caso chiuso: Gallimberti suicida

Sabato 23 Marzo 2019
Caso chiuso: Gallimberti suicida
ADRIA
Ersilio Gallimberti si è tolto la vita. Si è sparato. Questa la conclusione alla quale è giunta la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ravenna al termine delle indagini, coordinate dal pubblico ministero Daniele Barberini, e condotte dai carabinieri del Nucleo operativo di Ravenna. Indagini alle quali hanno partecipato anche i colleghi del Ris di Parma. La Procura ha concluso per l'ipotesi del suicidio e ha richiesto l'archiviazione del caso che ha tenuto con il fiato sospeso la comunità adriese per alcuni mesi. Una richiesta di archiviazione alla quale, a meno di sorprese dell'ultima ora o nuovi colpi di scena, la famiglia Gallimberti non si opporrà.
LA TRAGEDIA
Ad una settimana esatta dalla deposizione nel cimitero cittadino delle ceneri di Gallimberti, avvenuta il 16 marzo scorso, a pochi giorni dal suo 49esimo compleanno, sembrerebbe chiudersi una volta per tutte questa vicenda che ha ancora comunque dei lati oscuri. Al momento non è ancora dato sapere come l'imprenditore sia sia suicidato. Il corpo di Gallimberti, che si era allontanato da Adria il 23 settembre scorso, era stato trovato in avanzato stato di decomposizione, il 18 ottobre, quasi un mese dopo, nelle Valli a nord del Lamone, tra Ravenna e Ferrara, a Casalborsetti. Quel giorno di fine settembre Gallimberti aveva lasciato la sua abitazione di via Pignara, annunciando ai genitori, al padre Dario ed alla madre Lina, la sua intenzione di partire per un viaggio d'affari in Polonia. Da allora non aveva più fornito più sue notizie. Oltre ai genitori, Gallimberti lascia anche il fratello Antonio, alias Marco Galli, noto disc jockey. Era stato proprio Antonio Gallimberti, dopo il ritrovamento dell'auto del fratello a Ravenna, una Renault, in un luogo non molto distante dal posto dove è stato trovato il 18 settembre un cadavere senza identità, a sottoporsi alla prova del dna. Quel corpo era stato notato da un escursionista che stava passeggiando nella pineta. L'uomo, resosi conto che si trattava di un corpo umano, aveva subito allertato i carabinieri che avevano iniziato ad indagare. Sul quel corpo non sarebbero stati ritrovati segni di violenza ma successivamente era stati rinvenuti, in zona, sotto il corpo e nei pressi una pistola e due caricatori.
GLI ACCERTAMENTI
Erano anche stati promosso degli accertamenti, anche balistici, per capire se l'arma, una comune pistola ed a quanto pare clandestina, fosse stata usata dall'allora 48enne per togliersi la vita o per difendersi da un eventuale assassino. Era stato aperto anche un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti. All'inizio il sospetto era che la morte di Gallimberti potesse essere maturata in contesti diversi, legati alle attività dell'uomo all'estero tanto che sono stati presi in esame i suoi rapporti con soggetti pugliesi e calabresi ed altri operanti nel settore dell'usura e le sue frequentazioni sentimentali. Era stata battuta soprattutto la pista degli affari. Nel corso della sua attività di imprenditore in Repubblica Ceca, Gallimberti infatti si era procurato, sembra, parecchie inimicizie. Il classe 1970, ricordiamo amava definirsi imprenditore e consulente estero.
Guido Fraccon
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