Case di riposo aperte ma manca personale

Martedì 11 Maggio 2021
ASSISTENZA
ROVIGO Le case di riposo polesane si preparano ad accogliere i familiari con le nuove modalità di visita senza barriere, ma attendendo i chiarimenti della Regione. Le strutture sociosanitarie della provincia stanno studiando i dettagli dell'ordinanza del ministero della Salute sulla riapertura delle case di riposo alle visite dei familiari. Per la realtà polesana, in cui buona parte delle Rsa già da mesi garantiscono le visite con modalità protette, in alcuni casi con i tunnel degli abbracci che consentono di abbracciarsi attraverso dei manicotti, in altri con barriere rigide o semirigide di materiali plastici o vetro, la novità, in soldoni, è quella di poter tenere gli incontri tra l'anziano e due familiari senza questi elementi separatori. Le prescrizioni anti-contagio da rispettare per tutelare la salute degli anziani, considerando che il vaccino protegge dalla malattia, ma non dal contagio, sono tante e comprendono la certificazione verde che dev'essere presentata dai parenti in visita, che devono quindi aver completato il ciclo vaccinale, o essere guariti dal Covid-19 o avere il referto di un tampone eseguito non più di 48 ore prima della visita.
ATTESE LE DIRETTIVE
Gli aspetti da chiarire non mancano e le case di riposo sono in attesa delle direttive che la Regione dovrebbe comunicare in queste ore. Alla Casa del sorriso di Badia Polesine si attende di capire nel dettaglio cosa si potrà fare, spiega il presidente Tommaso Zerbinati. «Esamineremo l'ordinanza per capire le modalità e la programmazione delle visite che sarà possibile fare in base alle risorse umane a disposizione - spiega - serve, infatti, un educatore dedicato che prepari l'ospite, acquisisca la documentazione e assista all'incontro, e ovviamente non può svolgere altre attività nel frattempo. Gli spazi idonei non mancano, né all'aperto né al chiuso grazie all'auditorium».
QUESITO TAMPONI
Il problema della disponibilità di personale dedicato alle visite, quindi sottratto alle mansioni originarie, è quello principale un po' per tutte le case di riposo. Il direttore dell'Iras di Rovigo, Giovanni Luca Avanzi, sottolinea che per questo motivo sarà difficile aumentare la frequenza delle visite rispetto a quella attuale e che si attendono i chiarimenti della Regione per le modalità operative. «Devono, per esempio, chiarire che tipo di tampone è necessario fare e chi lo deve effettuare. Se fosse in capo alle strutture fare i tamponi ai familiari in visita sarebbe un problema, perché sono tanti i familiari under 60 non ancora vaccinati e quindi da sottoporre al test. Vediamo cosa ci dirà la Regione e che tipo di risorse potrà mettere a disposizione l'Ulss 5. Abbiamo spazi idonei sia all'aperto che al chiuso sia a Casa serena che a San Bortolo e pensiamo si potrà iniziare la prossima settimana».
LENDINARA INIZIA
La Casa albergo per anziani di Lendinara, pur con gli stessi interrogativi in particolare sui tamponi e in attesa delle direttive regionali, ieri ha già diramato una comunicazione ai familiari degli ospiti indicando le modalità di visita. Il direttore Vittorio Boschetti sta predisponendo tutto per garantire due visite a settimana per ogni residente da tenere in giardino o nell'ampio salone del bar, con l'intenzione di iniziare a tenere incontri con le nuove modalità (in sostituzione ai due tunnel degli abbracci) già da domani o giovedì. «Speriamo che non siano gli enti a dover fare i tamponi dedicando a ciò un infermiere, tutte le strutture sono già gravemente carenti di personale infermieristico ed è un problema molto grave. Allestiremo quattro postazioni per passare dagli attuali incontri a cadenza quindicinale a due visite a settimana per ciascun ospite. Per sopperire alla necessità di dedicare personale alle visite abbiamo già assunto due persone e ora siamo alla ricerca di volontari vaccinati che con un'opportuna formazione, possano aiutarci».
Ilaria Bellucco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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