«Casa Serena non può essere donata all'Iras»

Mercoledì 16 Ottobre 2019
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ROVIGO «Al momento non posso scoprire le mie carte, ma quello che posso dire è che l'accordo che aveva lasciato la Regione non è praticabile per motivi tecnici perché configura un danno erariale di cui la città non ha certo bisogno».
Il sindaco Edoardo Gaffeo non ha dubbi, l'accordo che era stato messo in piedi per l'acquisizione di Casa Serena da parte dell'Ater, così com'è non va bene e mette a rischio il Comune stesso. I registi di questa operazione milionaria sono stati l'ex primo cittadino Massimo Bergamin e il presidente di nomina regionale dell'istituto delle case popolari Guglielmo Ferrarese, divenuto recentemente commissario provinciale della Lega, partito che in campagna elettorale aveva particolarmente spinto su questo argomento, tirando in ballo scadenze temporali (ormai già passate) al termine delle quali l'Iras ne avrebbe pagato le conseguenze.
PASSIVO DA COLMARE
Così non è stato, i dipendenti della struttura assistenziale e i pazienti sono Serenamente rimasti al loro posto, nonostante la situazione rimanga comunque ingarbugliata, forse più di quanto alcuni credano. L'Iras, l'ente che gestisce le case di riposo di Rovigo, è in rosso di almeno cinque milioni. La sua situazione finanziaria è così pesante che tre anni fa la Regione ne ha imposto il commissario, nominato annualmente dalla giunta Zaia, con l'obiettivo di porre fine all'emorragia di denaro che rischia di trascinare con sé in un baratro anche il Comune. Prima Tiziana Stella e adesso, appena rinnovato nel suo incarico, Rodolfo Fasiol, hanno cercato di salvare la struttura assistenziale sviluppando un piano di salvataggio in grado di azzerare le perdite e sanare il bilancio, attraverso una complessa operazione immobiliare: il Comune dovrebbe cedere gratuitamente Casa Serena (la casa di riposo di via Bramante) all'Iras, la quale a sua volta rivenderebbe lo stabile all'Ater per circa due milioni di euro, così da potervi realizzare una cinquantina di alloggi per anziani autosufficienti, oltre ad altre tipologie di utenti, come studenti universitari o giovani coppie, lasciando al Comune solo una porzione di quell'edificio realizzato negli anni 70.
Il sindaco, su questo progetto che si è trovato in eredità dal predecessore Bergamin, ha sempre voluto muoversi molto cautamente, dal momento che un ente locale non può regalare un immobile perché un altro soggetto, seppure pubblico, possa trarne un vantaggio economico. Il capogruppo del Carroccio Michele Aretusini, alla fine di luglio, aveva tenacemente difeso questo schema, figlio della amministrazione di cui anche lui faceva parte: «Il sindaco non perda tempo - diceva il 20 luglio - l'accordo va sottoscritto con celerità».
DISCUSSIONE APERTA
Adesso i consiglieri comunali hanno ricevuto un dettagliato dossier su questo progetto, in modo tale da poterne trarre le proprie conclusioni e poter discutere su quale sia la soluzione più adeguata. Gaffeo sin dal primo giorno ha precisato che su partite come queste si sarebbe affidato all'aula, in modo tale che tutto fosse trasparente e deciso collegialmente. Per questo motivo i presidenti della prima e della seconda commissione consiliare, rispettivamente Vanni Borsetto e Benedetta Bagatin, convocheranno entro qualche giorno i propri membri in una seduta comune, per discuterne insieme. Anche se il primo cittadino ha ammesso di avere una propria idea e che esporrà al consiglio non appena sarà il momento giusto per farlo: «Farlo ora non sarebbe corretto, prima ne parlerò con l'aula. Non è comunque escluso che la soluzione finale preveda ancora la vendita di Casa Serena all'Iras, ma sicuramente non sulle basi che erano contenute in quella bozza di accordo, perché non è una strada percorribile. Lo escludo in maniera netta, non è possibile regalare una cosa del genere. Mi domando, anzi, come abbia potuto non accorgersene il commissario Fasiol».
Alberto Lucchin
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