Casa Rosetta vede la luce del rilancio

Sabato 18 Gennaio 2020
PATRIMONIO
ROVIGO Non sono molti coloro che passano per piazzale D'Annunzio, ma tanti sanno che lì si trova un'antica casa cinquecentesca con affreschi esterni in grave degrado. Nel novembre del 2012, poi, un lato dell'immobile crollò.
Proprio perché non è zona di passaggio, non molti si saranno accorti che le cose stanno cambiando. Uno degli affreschi è stato restaurato e gli altri sono stati messi in sicurezza, il tutto mentre all'interno si sta lavorando per un paziente, complicato e lungo lavoro di consolidamento della struttura per arrivare a un futuro nel quale il complesso potrà rinascere.
L'EDIFICIO
Casa Rosetta-Ferrari, così è chiamata, non è solo quell'edificio che appare abbandonato e pericolante sul versante del piazzale, ma è un complesso enorme fatto di una serie di edifici che nei secoli sono stati aggiunti. Proprietaria, da circa cinquanta anni, è la famiglia Lunari. Fu Orazio Lunari a farne la sede del suo studio di geometra dopo esserci stato da ragazzo e un po' alla volta ha comprato tutto il complesso, che è stato abitato fino agli anni 80. Oggi Orazio Lunari frequenta ancora lo studio, mandato avanti dai figli, e ha sempre quel sogno di vedere tutta l'area tornare a fare bella mostra di sé.
Federico Lunari sta seguendo il progetto di recupero e restauro, come detto laborioso e complicato, e per la prima volta svela quali siano gli obiettivi che al momento, però, non sono vicini. Il discorso non può che partire dagli affreschi. «Sono stati consolidati, è stata fatta una messa in sicurezza ricoprendoli, d'intesa con la Soprintendenza. Uno, invece, è stato restaurato perché la Soprintendenza stessa voleva verificare le qualità del restauro (l'esperta è la rodigina Serena Zampollo e ha ricevuto i complimenti per il lavoro), che fosse rispettata la memoria di quei dipinti, che fosse un restauro filologico attento. Devo anche ringraziare l'architetto Federico Cetrangolo, della Soprintendenza, per come sta seguendo i nostri lavori: per cinquanta anni, da quando iniziò mio padre, ci sono sempre stati ostacoli e rapporti difficili».
L'INTERVENTO
È dal 2015 che la famiglia Lunari ha avviato il progetto, preparato dall'architetto Francesco Allodoli, e già la prima proroga è stata data nel 2018 dal Comune («ha sempre mostrato grande collaborazione già con l'ex assessore Federica Moretti»), visto quanto lunghi siano gli interventi «sia per la delicatezza delle strutture, sia per l'ampiezza. È uno stabile enorme: dal progetto si potranno ricavare sedici appartamenti, con un cortile e posti auto interni, disposti su piano terra, primo e secondo, più i sottotetti».
Lunari evidenzia che Casa Rosetta-Ferrari è fatta «di aggiunte, non di aggregazioni di porzioni e questo porta problemi di stabilità, ecco il motivo di tanti ponteggi di sicurezza, come già stabilito in tribunale per cause che ci sono state fatte: ci sono 176 pali di sostegno. Stiamo lavorando al consolidamento, ma non è semplice: per esempio elementi lapidei interni erano tutti crepati e si è operato con fili di carbonio per tenerli. Chi parla di questo edificio e spesso critica, non sa di cosa stia parlando: può andare in Comune a vedere i progetti depositati con disegni al computer e spaccati che mai si sono visti in città. Solo questo ha richiesto nove mesi di lavoro al computer, ma è per dare la massima trasparenza al progetto. Sono orgoglioso di quello che stiamo facendo, ma mi amareggia quanto viene detto su di noi».
Avete avuto aiuti, finanziamenti? «Nessuno - chiude Lunari - abbiamo solo una speranza grazie all'architetto Cetrangolo che dopo aver visto il restauro di Serena Zampollo, ci ha certificati come meritevoli di essere ricompresi tra gli intonaci dipinti potenzialmente soggetti di contributi».
Avete un orizzonte temporale per completare il recupero dell'immobile? «Oggi no, una volta finito il consolidamento e il tetto, allora potremo fare previsioni. Abbiamo la proroga al 2021, ma ogni volta che tocchi qualcosa, scopri problemi nuovi da sistemare».
Luca Gigli
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