C'è il primo decesso: case di cura, è allarme

Mercoledì 1 Aprile 2020
LA VITTIMA
FRATTA Natia Emma Spolaor aveva 72 anni ed era ospite della Casa Sacra Famiglia di Fratta Polesine. La signora, con disabilità, era ricoverata già da alcuni giorni nel reparto di Terapia intensiva del San Luca, polo Covid, per l'aggravamento delle sue condizioni. «Ai suoi cari vanno le mie più sentite condoglianze», è il messaggio di cordoglio del direttore generale dell'Ulss Antonio Compostella. È il quarto decesso di persone positive al Coronavirus fra i residenti in Polesine, il primo di un ospite in casa di cura. L'anziana era stata la prima ospite della Casa Sacra Famiglia risultata positiva al Coronavirus dai test eseguiti dopo che il 15 marzo era emersa la positività di un'operatrice, che alla comparsa di una sintomatologia sospetta aveva contattato l'Ulss che l'aveva poi sottoposta al tampone. In tutto, i casi positivi all'interno della struttura erano stati 6. Ieri è emersa un'ulteriore positività, un 41enne altopolesano, ospite della parte della struttura che accoglie le persone non autosufficienti, già in isolamento dopo la comparsa dei primi sintomi. Ma sempre ieri è arrivato anche il riscontro di positività di altre due operatrici sociosanitarie della struttura, costituita da una casa di riposo per anziane e da un centro socio-riabilitativo per adulti con disabilità.
OPERATRICI CONTAGIATE
Tutte e due le Oss, una 50enne di Rovigo e una 42enne mediopolesana erano entrambe già in isolamento domiciliare. La situazione delle case di riposo è particolarmente monitorata alla luce della fragilità delle persone che vi si trovano. Lunedì pomeriggio c'è stata una videoconferenza fra sindaci e vertici dell'Ulss e delle strutture residenziali. «L'attenzione è alta. Abbiamo tutti sotto gli occhi situazioni drammatiche non distanti da noi come Merlara (Padova). In Polesine per ora la situazione è abbastanza ben controllata. Abbiamo i casi della struttura di Fratta, tutti riconducibili alla positività di una Oss che era stata in montagna; abbiamo ricostruito i contatti e la catena dei contagi con colleghe e ospiti. I nuovi riscontri sono comunque in persone che erano già in isolamento. Riguardo le altre strutture, per ora, non vi sono altre situazioni». Gli altri campanelli d'allarme erano state le positività di 7 ospiti della Piccola casa di Padre Leopoldo di Rovigo, struttura per fortuna piccola, con la catena del contagio ricostruita sempre a partire da un'operatrice, nonché la positività del medico che operava all'interno di Villa Tamerici a Porto Viro. I tamponi eseguiti a ospiti e operatori hanno dato esito negativo.
MONITORAGGIO
L'azione di screening, partita proprio dalle strutture con le prime positività, ha interessato anche l'Iras di Rovigo, «la struttura più grossa con oltre 400 tamponi eseguiti fra ospiti e operatori», ha evidenziato Compostella, e si sta estendendo a tutte le strutture del territorio, 20 in tutto. Delicata anche la situazione del Csa di Adria, struttura che condivide la direzione con l'ente di Merlara e che ha visto parte del personale spostato proprio nella struttura padovana. Nel frattempo l'Ulss ha attivato una vera e propria task force - nove fra medici e infermieri-, che, suddivisi in tre gruppi, ha spiegato il dg dell'azienda sanitaria «andranno in tutte le case di riposo e collaboreranno con le strutture, supportandole per valutare insieme a direttori e personale protocolli e azioni più opportuni ed eventuali accorgimenti da apportare. E prosegue la distribuzione di dispositivi di protezione individuale: avendo una fornitura costante da parte di Azienda Zero siamo in grado a nostra volta di rifornire anche le case di riposo, due volte la settimana, di quanto necessario necessari per l'attività quotidiana a seconda numero di ospiti e operatori ed eventuali problematiche».
F.Cam.
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