Bracconaggio, denunciati 11 pescatori dell'Est

Mercoledì 20 Giugno 2018
BRACCONIERI
ROVIGO Non solo la corrente, con i tristemente noti elettrostorditori, usati indiscriminatamente per far strage di ogni tipo di pesce, ma anche sostanze velenose, utilizzate senza scrupolo disciolte nell'acqua, per depredare fiumi e canali. A cominciare dal Po.
PREDONI
I predoni, quasi tutti provenienti dal Delta del Danubio, in netta prevalenza lipoveni, originari della città rumena di Tulcea, gemellata con Rovigo, questa volta, sono finiti nella rete dei carabinieri forestali, che hanno dato vita ad una capillare operazione chiamata, con un ottimo gioco di parole, Carpe diem. Al termine della quale i militari non hanno esitato a parlate di «attività di pesca con metodi illegali e sempre più invasivi, caratterizzati da violenze e truffe da parte di affiliati ai sodalizi criminali, strutturati in organizzazione piramidale del tutto sovrapponibile ai clan camorristici».
L'OPERAZIONE
L'operazione ha portato a undici denunce, svariate migliaia di euro di sanzioni, al sequestro di 4 gommoni, 4 batterie con altrettanti elettrostorditori, 8 reti per una lunghezza totale di oltre mezzo chilometro, 650 metri, e di una tonnellate di pesce, 266 carpe, 12 siluri, 4 luccio perca. Altri 500 chili circa di esemplari ancora in vita, 147 carpe, molte delle quali cariche di uova, e 100 chili di vongole, sono stati invece rimessi in libertà.
L'attività, che ha visto in azione la Sezione operativa antibracconaggio e reati in danno agli animali del Raggruppamento Cites, e i Gruppi Carabinieri Forestali e i reparti territoriali dell'Arma, si è sviluppata tra l'8 e il 14 giugno, nelle province di Rovigo, Ferrara, Venezia, Padova, Verona, Bologna e Ravenna.
I sequestri hanno riguardato auto e i furgoni utilizzati per trasportare il pesce pescato illegalmente, oltre a tutto il materiale da pesca, gli elettrostorditori e le imbarcazioni con le quali i bracconieri solcavano i canali per depredarli. Nei vani di carico di quei furgoni finisce di tutto e, come più volte ricostruito, viene trasportato in condizioni igieniche precarie e inserito nei mercati esteri, in particolare paesi dell'Est Europa, a cominciare proprio dalla Romania, facendo assumere al fenomeno un carattere transnazionale.
QUINTALI DI PESCE
Quintali di pesce rivenduti a prezzi impensabili, con un giro d'affari di svariate centinaia di migliaia di euro. Da notare, tuttavia, che fra quanti pescavano illegalmente sono stati pizzicati anche due italiani, predatori di vongole. A far assumere al blitz ancora maggior valore, il fatto che sia avvenuto in un periodo riproduttivo, nel quale quindi sono in vigore maggiori divieti a tutela della fauna ittica. All'operazione ha collaborato attivamente anche la Fipsas, che ha recentemente sottoscritto un apposito protocollo con l'Arma dei carabinieri. L'estate scorsa era stata la Guardia di Finanza di Rovigo, che insieme agli ispettori del servizio veterinario e dello Spisal della Ulss 5 Polesana e ai vigili del fuoco, ha ha dato vita alla Operazione Siluro, con tanto di elicottero, coordinata da Prefettura e Procura.
Francesco Campi
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