Basso reddito e soli: la vita degli over 80

Domenica 15 Settembre 2019
L'INDAGINE
ROVIGO Particolarità sociali, reddituali, assistenziali e sanitarie degli ultra ottantenni devono trovare uno spazio specifico nell'ambito di «un'urgentissima riforma previdenziale intergenerazionale, per i pensionati di oggi e per quelli di domani, e all'interno del welfare generativo pubblico e universale». È questa la richiesta che l'ex segretario regionale del Sindacato pensionati Cgil, Franco Piacentini, presenta come appello al Governo e alle parti sociali affinché le particolarità della popolazione più anziana siano incluse nelle rivendicazioni sindacali.
I NUMERI
La riflessione di Piacentini prende spunto dai dati del Casellario centrale dei pensionati. In Polesine, in particolare, sono 13.315 i pensionati con più di 80 anni d'età che percepiscono pensioni di invalidità, vecchiaia, anzianità e per i superstiti (le cosiddette pensioni Ivs) e il loro reddito pensionistico medio annuo è di 15.525,28 euro. Rispetto al totale dei pensionati indicato dal Casellario 2017 per le classi d'età dagli 80 anni in su, comprensivo di pensioni indennitarie e assistenziali, Piacentini rileva che in Polesine il reddito da pensione medio lordo mensile è pari a 1.310 euro, e precisa che «al netto delle trattenute di legge, mediamente il potere d'acquisto non supera i mille euro per gli uomini, e non oltre i 700 euro per le donne», che sono più longeve.
DISPARITÀ DI REDDITI
Gli uomini residenti in provincia con più di 80 anni d'età pensionati per invalidità, vecchiaia, anzianità e i superstiti, sono 5.167 e hanno un reddito pensionistico medio di 17.242,84 euro l'anno, mentre le donne sono 8.148 e il loro reddito pensionistico annuo è inferiore di oltre il 16 per cento. Tra gli ultra 80enni, dunque, le donne sono più numerose e più fragili dal punto di vista economico. Così Piacentini ricorda la recente campagna di informazione e sensibilizzazione promossa dallo Spi-Cgil sulle condizioni di solitudine degli anziani ultra 80enni: «Putroppo la solitudine non è una criticità sociale circoscritta unicamente alla fascia d'età con più di 80 anni - spiega l'ex segretario regionale del Sindacato pensionati della Cgil - ed è una condizione che comporta emarginazione, abbandono, povertà, disperazione e sofferenza, perciò non costituisce un'esagerazione collocarla tra le patologie da prevenire e contrastare. Per evitare l'isolamento e la solitudine degli anziani, quotidianamente è attiva la rete del volontariato: migliaia di donne e di uomini, anche in Veneto e a Rovigo, si prodigano disinteressatamente per le persone fragili. Senza questo aiuto, molti di più sarebbero gli ultra 80enni in solitudine e in depressione psicofisica».
DONNE IN DIFFICOLTÀ
In occasione dell'Otto marzo, il Coordinamento donne del Sindacato pensionati Cgil di Rovigo aveva presentato i risultati di un'indagine locale sui bisogni delle residenti in Polesine: era stata condotta attraverso 115 questionari somministrati a un campione di donne di età compresa tra 55 e 75 anni. Dalle risposte emerge che il 38% vive in solitudine e che tra coloro che vivono col marito o i figli, il 20% denuncia di avere difficoltà a gestire i rapporti con i familiari: in particolare, le intervistate hanno detto di non essere ascoltate e che le loro esigenze non sono considerate. Tra loro, inoltre, il 10% svolge ancora un'attività retribuita, più o meno occasionale. Il 30% racconta di vivere la sensazione di non contare per alcuno e di «non avere cose da fare». A ridurre la qualità di vita e la partecipazione alla vita sociale ci sono poi le malattie che emergono dal quadro clinico: l'80% delle intervistate ha problemi oggettivi di salute da lungo tempo che nella maggior parte dei casi, sono attribuibili a patologie di natura cronico-degenerativa (osteoporosi o artrosi per il 42%), e di natura metabolica, diabete e obesità (17%).
Nicola Astolfi
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