Barbujani salva ancora Simoni

Mercoledì 21 Febbraio 2018
Barbujani salva ancora Simoni
ADRIA
Il primo cittadino Massimo Barbujani cambia per l'ennesima volta idea e lancia la sfida ai ribelli del centrodestra. Potrebbe risultare decisivo per i destini delle Bobo Ter il consiglio comunale chiamato stasera, alle 21, ad analizzare la situazione del Csa, argomento inserito su richiesta sia della minoranza, come prosecuzione di un civico consesso precedente, e sia, pur con diverse sfumature, da parte di esponenti di maggioranza.
TIRA E MOLLA
Dopo settimane di immobilismo, dopo aver fatto retromarcia su alcune ipotesi come la promozione dell'assessore Giuseppe Marzolla a vicesindaco o l'entrata in giunta della consigliere azzurra con delega alla cultura Mara Bellettato, con tanto di fascia da vicesindaco al posto dell'attuale vice Federico Simoni, Barbujani ha deciso di lasciare le cose come stanno. Il sindaco, anzi, ha rincarato la dose confermando la fiducia e stima in Simoni e ha annunciato di voler premiare l'assessore della Lega Giuseppe Marzolla con una delega aggiuntiva alle Politiche agricole.
VERTICE
Durante una accesa riunione di maggioranza, con parole grosse da una parte e dall'altra, Barbujani, dopo aver difeso a spada tratta il suo delfino Simoni, non ha lesinato richiami nei confronti degli assessori Federico Lucchin (Adria lista civica frazioni) e Giorgia Furlanetto (Fdi-An), accusati di essere poco presenti. Ci sono stati scontri verbali tra Barnaba Busatto e Simoni, entrambi di Forza Italia, mentre il capogruppo di Fdi-An Daniele Ceccarello è stato ripreso duramente da Michele Rigoni (Bobosindaco) senza che il primo replicasse. E dire che solo poche ore prima Barbujani, parlando con alcuni esponenti di opposizione, aveva accennato alla possibilità di togliere qualche delega a Simoni ed era pronto a offrire al suo vice il Bilancio.
IL GIALLO DELLE SCELTE
Cosa sia accaduto solo poche ore dopo è un mistero. Sta di fatto che la spaccatura nel centrodestra si è acuita e i destini della giunta sono appesi a un filo. Risulteranno decisive le prossime ore. L'ipotesi più plausibile, come nel novembre del 2010, è che si possa assistere alle dimissioni della maggioranza dei consiglieri in aula o davanti a un notaio. Tutto dovrà avvenire entro sabato per riuscire ad andare ad elezioni a maggio. Attenzione, però, ai numeri. Al momento per le dimissioni contestuali e lo scioglimento del consiglio servono nove firme. Sei sono quelle delle opposizioni. Sul fronte della minoranza grava l'incognita del consigliere di Ibc, Roberta Marangoni, assente da mesi dalle sedute consiliari per problemi personali. Marangoni, comunque, avrebbe già fornito la sua disponibilità ad essere presente. Alle sei firme di minoranza andrebbero sommate le due di maggioranza, quelle di Busatto e di Luca Azzano Cantarutti (Indipendenza Noi Veneto) tra i più arrabbiati dopo la decisione di Barbujani di riconfermare la fiducia a Simoni. Si arriverebbe a otto. Tutte da valutare le posizioni di Marco Santarato (Adria lista civica frazioni) e Daniele Ceccarello. Santarato prima di firmare chiederà a Barbujani di rivedere la decisione su Simoni. Ceccarello è indeciso sul da farsi. il suo cruccio è legato al fatto che non vuole passare per traditore e non vuole perdere il posto da consigliere provinciale. L'ago della bilancia potrebbe essere il forzista Enrico Pivaro, la cui posizione mai è stata chiara. Le ultime notizie lo danno pronto a firmare.
Guido Fraccon
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