BANCARELLE
ROVIGO Se la bilancia alla Fiera dell'astronomia al Censer dice che su Plutone si può mangiare cotechino ogni giorno continuando a pesare pochi chili, mentre su Giove nessuna dieta è efficace perché continueremmo a pesare sempre almeno un paio di tonnellate (tutta colpa della gravità), a Rovigo la forza di attrazione della Fiera resta costante. Anche ieri, nella prima giornata con 285 bancarelle in centro, c'è stata grande affluenza per un appuntamento classico e che si dimostra for future perché sui banchi c'è anche la sostenibilità, con la moda di riciclare sciarpe e foulard per farli diventare nuovi oggetti alla moda. Non c'è solo l'invito alla moda sostenibile, ma anche ad affidarsi a chi custodisce ricordi e sapori: non c'è più solo il nonno dello stracchino, ma anche il nonno dell'olio e la nonna delle saponette. Le tradizioni di famiglia conservano un'antica arte e l'impegno, che si ritrova sui banchi delle associazioni di volontariato. Torna di moda, dagli anni 90, il marsupio, nella versione magica. E non è l'unico prodotto magico in fiera, perché ci sono anche il tappeto e la spugna. Niente paura, poi, davanti ai cartelli di Pericolo cinghiali: non si trovano per le strade, ma solo come salumi. Tra i prodotti autunnali, invece, è aperto il dibattito sul numero di R e sulla differenza tra marroni e maroni, che solo in parte è risolto da chi scrive Castagne giganti. La risposta è sicuramente nei libri, che in fiera non mancano perché, diceva Borges, sono incapace di immaginare un mondo senza libri. Davanti a una friggitoria in Corso, invece, per altri la domanda è: Potresti immaginare un mondo senza patata?.
N.Ast.
© RIPRODUZIONE RISERVATA ROVIGO Se la bilancia alla Fiera dell'astronomia al Censer dice che su Plutone si può mangiare cotechino ogni giorno continuando a pesare pochi chili, mentre su Giove nessuna dieta è efficace perché continueremmo a pesare sempre almeno un paio di tonnellate (tutta colpa della gravità), a Rovigo la forza di attrazione della Fiera resta costante. Anche ieri, nella prima giornata con 285 bancarelle in centro, c'è stata grande affluenza per un appuntamento classico e che si dimostra for future perché sui banchi c'è anche la sostenibilità, con la moda di riciclare sciarpe e foulard per farli diventare nuovi oggetti alla moda. Non c'è solo l'invito alla moda sostenibile, ma anche ad affidarsi a chi custodisce ricordi e sapori: non c'è più solo il nonno dello stracchino, ma anche il nonno dell'olio e la nonna delle saponette. Le tradizioni di famiglia conservano un'antica arte e l'impegno, che si ritrova sui banchi delle associazioni di volontariato. Torna di moda, dagli anni 90, il marsupio, nella versione magica. E non è l'unico prodotto magico in fiera, perché ci sono anche il tappeto e la spugna. Niente paura, poi, davanti ai cartelli di Pericolo cinghiali: non si trovano per le strade, ma solo come salumi. Tra i prodotti autunnali, invece, è aperto il dibattito sul numero di R e sulla differenza tra marroni e maroni, che solo in parte è risolto da chi scrive Castagne giganti. La risposta è sicuramente nei libri, che in fiera non mancano perché, diceva Borges, sono incapace di immaginare un mondo senza libri. Davanti a una friggitoria in Corso, invece, per altri la domanda è: Potresti immaginare un mondo senza patata?.
N.Ast.