Ater il Pd dell'«area Emiliano» aveva candidato Domenico Romeo

Giovedì 19 Luglio 2018
NOMINE REGIONALI
ROVIGO Nomina che vai, polemica che trovi. Con il Pd che ultimamente, su questo fronte, sta recitando la parte del leone. Dopo le scintille in occasione della decisione di accettare la proposta del sindaco Massimo Bergamin di nominare un membro del cda di Asm spa, con la scelta di Virna Riccardi, segretaria del circolo cittadino, rivendicata come la migliore da parte del capogruppo a Palazzo Nodari Nadia Romeo, ecco l'elezione dei consigli di amministrazione delle Ater venete, avvenuta nella seduta del consiglio regionale di martedì. La nuova legge sulle Ater prevede che ciascuna Azienda territoriale abbia un cda di tre membri, due nominati dalla maggioranza di Palazzo Ferro Fini e uno dalla minoranza, e che si possano proporre le proprie candidature autonomamente, ma che analogo potere di proposta è in capo ai singoli consiglieri regionali. Fatto sta che la scelta sul membro in capo all'opposizione per l'Ater della provincia di Rovigo, ricaduta sull'avvocato Gianfranco Munari del Pd, ha riattizzato le braci delle diatribe interne al partito.
STOCCATA DELLA SEGRETARIA
La segretaria dell'unione dei circoli del Comune di Rovigo Tosca Malagugini ha lanciato la stoccata «Abbiamo appreso dalla stampa della nomina dell'avvocato Munari in quota al Pd: non ne abbiamo discusso in partito, in coordinamento, ma gli auguriamo buon lavoro non scendendo nel livello delle polemiche di questi giorni, che si sono dimostrate becere e strumentali nei fatti».
LA REPLICA
A replicare, a stretto giro, è il consigliere regionale Graziano Azzalin: «Al comunicato della segretaria rodigina del Pd Tosca Malagugini, che ha inviato una nota polemica dicendo di non voler fare polemica, chiedo semplicemente, per onestà intellettuale, di farsi dire da chi le ha dettato quelle poche righe e comunicare con un altrettanto trasparente comunicato quale era stata la candidatura che era stata avanzata dal suo gruppo. Non ne rimarrà sorpresa, perché ancora una volta si rimane in famiglia. Al nome di Domenico Romeo, così come proposto, mi sono opposto personalmente, dovendo essere io a sostenerla in consiglio regionale, alla luce anche dei non certo esaltanti trascorsi, proprio nello scorso mandato nel quale sono sorti numerosi problemi e sono stati persi milioni di euro, come sollevato a suo tempo in apposite interrogazioni. Io non mi nascondo e così mi sono confrontato nel merito con il segretario del partito spiegando perché avrei sostenuto, invece, l'altra candidatura proposta, quella dell'avvocato Munari».
F.Cam.
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