Al Csa di Adria anziana scoperta positiva con i kit veloci

Venerdì 10 Aprile 2020
Al Csa di Adria anziana scoperta positiva con i kit veloci
CENTRO SERVIZI
ADRIA Il Covid-19 bussa alla porta della casa di riposo di Adria. «Nella giornata di oggi (ieri per chi legge, ndr) - spiega Simone Mori, presidente del consiglio di amministrazione del Centro servizi anziani - sono stati eseguiti i controlli con i kit veloci sierologici, come previsto dalla Regione Veneto e dall'azienda Ulss 5 Polesana, su tutti gli ospiti ed i lavoratori.
Al momento è stato riscontrato un unico caso positivo al test. Si è proceduto immediatamente a eseguire il tampone. Attendiamo gli esiti entro un paio di giorni. La persona interessata, una ospite, è stata messa immediatamente, come da protocollo, in isolamento. E' giusto anche dire che non presenta alcuna sintomatologia specifica da coronavirus».
RIDURRE I CONTATTI
Come affronterete la situazione? «Avevamo già pianificato il tutto. In questi giorni, ottemperando a quanto richiesto dalla Regione, si è proceduto a compartimentare i nuclei in modo tale da ridurre al minimo i contatti tra i vari settori della casa di riposo, cosa non semplice per una struttura come la nostra. L'auditorium Pertini è stato adeguato alle esigenze dell'emergenza Coronavirus. È stato trasformato in un'area isolata dove accogliere, nel caso, eventuali ospiti che dovessero contrarre il virus».
La collaborazione con l'azienda sanitaria polesana per Mori è assoluta: «Attendiamo fiduciosi - dice - il riscontro del tampone, con la speranza che possa trattarsi di un falso riscontro, come già avvenuto in altre situazioni con l'utilizzo dei kit veloci sierologici». La donna era appena stata dimessa dall'ospedale. «Ai familiari posso dire solo che per il momento vi è una particolare attenzione sul singolo presunto caso, ma che i coordinatori del nostro centro stanno gestendo in maniera egregia questo momento. La guardia rimane elevata e costante come lo era prima di oggi. La chiusura dal 6 marzo scorso ci ha infatti permesso di ridurre al minimo i rischi di contagio da quando abbiamo attivato le misure di contenimento e chiuso totalmente l'accesso dei familiari. In questo mese abbiamo preferito non rispondere agli attacchi che ci accusavano di aver agito senza consultare nessuno, ma credo che il bollettino di guerra che ogni giorno sentiamo o leggiamo da telegiornali e quotidiani, soprattutto all'interno dei centri per anziani, abbia dato ragione della scelta».
In questo mese cosa avete fatto? In questo periodo gli attori principali sono stati sicuramente i lavoratori, a cui va un enorme plauso per come hanno saputo quotidianamente rasserenare gli ospiti, orfani delle visite quotidiane. Anche in momenti difficili per la carenza di mascherine hanno portato avanti con estrema e accurata dedizione il lavoro. Due tablet ci hanno permesso, tramite videochiamate su appuntamento, di mettere in contatto i familiari con i loro cari. Ai familiari è stato fornito un canale diretto telefonico con la consigliera Graziella Braghin. Sono state messi in opera una serie di monitoraggi, per ospiti e lavoratori, per creare una sorta di barriera che potesse bloccare sul nascere eventuali positività da Covid-19, applicando le buone pratiche di lavarsi spesso le mani e dell'uso delle mascherine».
Guido Fraccon
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