Zaia: «Caro Sud, basta menzogne sulla sanità»

Giovedì 21 Febbraio 2019
LA POLEMICA
VENEZIA «Cari cittadini del Sud...», torna a scrivere Luca Zaia. Ma questa nuova lettera aperta del governatore veneto sull'autonomia gronda sconcerto e indignazione, in risposta al manifesto-choc con cui l'Ordine dei medici di Bari mostra un'ammalata fasciata nel tricolore (e dice «no a un regionalismo che divide, Italia non abbandonarci, vogliamo una sanità uguale per tutti»). «Non posso accettare che sui giornali venga pubblicata una pubblicità in cui il Nord viene accusato di voler uccidere la sanità del Mezzogiorno», attacca il leghista, puntando il dito contro «l'addensarsi di bugie, falsità, distorsioni più o meno in buona fede, fraintendimenti».
IL MINISTRO E I NUMERI
È dunque sulla salute che si consuma l'ennesimo scontro sulla trattativa che Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna hanno in corso con il Governo. Ieri il ministro Giulia Grillo si è schierata con i camici bianchi pugliesi: «Sono perfettamente consapevole e condivido le preoccupazioni. C'è una Costituzione da rispettare e va seguita pedissequamente per garantire gli equilibri del sistema, per cui devono rimanere i principi di equità. Ed io mi farò garante di questi princìpi». Una disponibilità prontamente apprezzata da Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri: «Contiamo su di lei, perché sappia guidare le scelte del governo in modo da garantire i principi di equità, universalità e solidarietà che finora hanno contraddistinto il nostro sistema salute».
A quel punto Zaia ha preso carta e penna, anche per ricordare alcuni numeri: «Siamo la regione italiana che spende meno per il personale: 22 euro per abitante contro la media nazionale di 35 euro. Una regione che ha 58 dipendenti ogni mille abitanti quando la media italiana è di 70 e la sola Basilicata ne ha 228». E ancora: «Il Veneto non ha mai rubato niente a nessuno. Anzi. Ha subìto gli stessi tagli lineari delle altre regioni che, nel 2014, hanno raggiunto il 14,3% della spesa corrente. Lo Stato ha destinato al Nord 3.153 euro pro capite. C'è uno scarto di 1.000 euro rispetto al Sud che ne ha ricevuti 4.123. Soltanto guardando alle sanità sono stati 107 euro contro 137».
MADRI E PADRI
Secessione dei ricchi? Il presidente della Regione non ci sta: «Personalmente, avrei qualche difficoltà a spiegare a mia madre o mio padre, ma soprattutto alla mia coscienza, che stiamo lavorando a una riforma istituzionale storica per togliere qualcosa a qualcuno o, ancor più imbarazzante, perché altri italiani siano curati peggio a vantaggio dei cittadini della mia regione». Non è un caso che proprio in queste ore Zaia rilanci sui social un passaggio della trasmissione Ring, andata in onda lunedì su Antennatre, in cui Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria Venezia-Rovigo, ha raccontato una disavventura familiare: «Purtroppo mia madre mentre ero all'estero è caduta e si è rotta l'omero. Dev'essere operata. Lei vive a Palermo e adesso è ricoverata al Policlinico: in corsia. Lei oggi è abbandonata in un corridoio perché non si riesce a trovare un letto. E non c'è una clinica privata in tutta la Sicilia che abbia la Rianimazione. Questa è una sanità uguale per tutti? L'Ordine di Bari dovrebbe piuttosto dire quanti medici vanno via dal Sud per la carenza di strutture».
Una sottolineatura che il leghista fa propria, rivolgendosi direttamente ai residenti del Mezzogiorno: «Mi chiedo e vi chiedo se i medici che hanno promosso il banner abbiano mai constatato o anche soltanto intravisto gli sprechi che sono stati fatti sulle loro teste, o se non siano, loro stessi, le prime vittime di una cattiva gestione che caratterizza molte strutture del Sud». Di qui l'appello di Zaia: «State attenti cittadini del Sud, a quello che vi raccontano i vostri rappresentanti amministrativi e politici! Controllateli bene, perché ancora una volta giocano a tenervi la testa nascosta sotto la sabbia, vogliono che continuiate a non vedere, hanno paura che qualcuno metta definitivamente a nudo i meccanismi con cui hanno governato per decenni tenendovi, come sostengo io, in una condizione di vera e propria mezzadria». Chiosa finale: «Un Sud nuovo serve all'Italia intera, ma soltanto con la responsabilità di chi governa può nascere e svilupparsi. E questa responsabilità si chiama: autonomia. Senza, il Paese fallirà».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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