Vivaio: «Non riaprirà più, servono grandi capitali»

Venerdì 7 Agosto 2020
Vivaio: «Non riaprirà più, servono grandi capitali»
DELUSI E PREOCCUPATI
BELLUNO «Secondo me la seggiovia non aprirà più». Ride amareggiato, nel pronunciare la sua sentenza, Gianni Pastella di Vivaio Dolomiti. Perché, a suo dire, il quadro è fin troppo lampante. Oggi siamo al punto di partenza. Era marzo quando l'assessore regionale al turismo Federico Caner aveva dato il suo assenso ad aprire il borsello regionale per finanziare il Colle, ma da allora ne è passata di acqua sotto i ponti. «C'è penuria da tutte le parti, ora come ora dichiara , se anche quei soldi c'erano da allora ad oggi si saranno fatti avanti altri e per noi non sarà rimasto nulla, bisognava muoversi per tempo». Vivaio Dolomiti ha sempre spiegato chiaramente la sua visione sul futuro del Nevegal: investire svariati milioni di euro per un rilancio reale della località, che passi attraverso la realizzazione di un bacino artificiale e manutenzioni continue a piste e tracciati. Ragionare su qualche centinaio di migliaio di euro, secondo Pastella, non ha senso.
SERVE CORAGGIO
«Senza un investimento di 15 milioni di euro il Nevegal è morto dichiara -, tutto il resto sono fandonie. Si può continuare a farlo funzionare come ora, certo, ma continuerà ad andare in perdita. Vogliamo questo». Il rischio, oggi, è che a pagare sia la collettività. Se l'Alpe dismetterà gli impianti e non ci sarà l'acquisizione da parte di Palazzo Rosso, la bonifica costerà al Comune diverse centinaia di migliaia di euro e se il pubblico invece dovesse effettivamente riprendersi sulle spalle le strutture, allora il rischio di un buco nell'acqua sarebbe altrettanto alto. «Oggi le piste sono ridotte all'osso prosegue Pastella nella sua analisi e non permettono di coprire i costi. Bisogna mettere la località nelle condizioni di reggersi da sola e per farlo servono investimenti dopo aver steso un progetto serio con tecnici specializzati del settore». La chiusura degli impianti porterebbe con sé anche la perdita di possibilità di intervento agevole sul Colle. Perché il demanio sciabile rende possibili le operazioni di manutenzione dell'ambiente, comprese quelle ai sentieri, senza un impianto funzionante per ogni attività servirebbe l'autorizzazione regionale.
GLI OPERATORI
Anche gli operatori guardano con preoccupazione ai prossimi mesi, perché sembra che non ci sia nulla di buono all'orizzonte. Qualche giorno fa il presidente della Scuola di Sci Nevegal Alessandro Molin esprimeva tutta la sua preoccupazione per l'incertezza del quadro. «Ho speso migliaia di euro per la stampa dei volantini della prossima stagione invernale, ma non so nemmeno se ci sarà dichiarava -, e nel frattempo i maestri di sci mi chiamano per avere conferme sull'apertura e io non ho nessuna risposta da dare loro».
A.Tr.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci