Visite nelle case di riposo ancora al palo Vince la prudenza, rimangono le barriere

Mercoledì 12 Maggio 2021
Visite nelle case di riposo ancora al palo Vince la prudenza, rimangono le barriere
RESIDENZE
PORDENONE E UDINE L'unica fuga in avanti, supportata da un intento nobile, per ora resta quella dell'Umberto I di Pordenone, che con un progetto pilota permette già ai familiari vaccinati di incontrare, con il contatto fisico, gli ospiti immunizzati delle due case di riposo di competenza. Nel resto della regione si procede ancora a rilento, nonostante esista un nuovo protocollo (voluto dalla Conferenza delle Regioni) che permette nuovamente gli ingressi nelle strutture, seppur con molte limitazioni rispetto all'epoca pre-Covid.
IL QUADRO
Per ora, vince la prudenza, sia in provincia di Pordenone che nel Friuli Centrale. Il nuovo protocollo, infatti, prevede una serie di condizioni stringenti: un patto di corresponsabilità da far firmare ai familiari degli ospiti, il tampone negativo per i non vaccinati e l'uso di mascherine FFP2 o superiori. Senza contare il rispetto della distanza, quindi niente contatto come invece avviene all'Umberto I. Ecco perché la maggior parte dei direttori delle residenze per anziani oggi sta ancora attendendo per riprendere con forza il valzer delle visite. Anzi, per ora si va avanti come prima. Ad esempio funziona così a San Vito al Tagliamento, dove resta la stanza dedicata agli incontri, così come rimangono distanze e protezioni. Si sta solo valutando di rimuovere la barriera in plexiglass. In estate, poi, torneranno gli spazi esterni. Attesa anche a Cordenons, dove al momento le visite sono concentrate nella stanza per gli abbracci e negli spazi protetti dalle vetrate. Tutto come prima, in attesa di capire bene il funzionamento del pass verde. Visite al chiuso ancora a zero a Pasiano, dove gli spazi si teme che possano non essere consoni nemmeno in futuro. Qualche speranza per le visite all'interno ad Azzano Decimo. Ma la linea è sempre quella della massima prudenza.
FRIULI CENTRALE
Ancora più problemi sono segnalati in provincia di Udine, dove per ora nella maggior parte delle strutture è tutto fermo. «Le persone - spiega Annalisa Fagionato, direttrice della casa di riposo di Tolmezzo - pensano di poter entrare nella struttura come prima, ma non sarà così. Per ora continuiamo con le stanze degli abbracci e le vetrate. Il nuovo protocollo non è chiaro e ci espone a troppi rischi, a partire dalla firma del patto di corresponsabilità in caso di contagi. Non vorremmo essere sempre noi direttori a dover pagare il conto. In ogni caso siamo orientati a non concedere alcun contatto tra gli ospiti e i familiari, anche se vaccinati». Perplesso anche Gilberto Macaluso, direttore della grande struttura di San Giorgio di Nogaro. «Il decreto non è stato ancora pubblicato, quindi non sembrerebbe avere ancora forza. Stiamo attendendo e ci consultiamo tra noi. Stiamo predisponendo la comunicazione da consegnare poi ai familiari, ma per ora non ci stiamo muovendo. Le visite continuano solo nella massima sicurezza, cioè attraverso un vetro».
Non esattamente la grande ripresa del contatto umano che ci si attendeva. Umberto I di Pordenone a parte.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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