Venice, nuova trappola per tanti risparmiatori

Venerdì 14 Dicembre 2018
DOPPIO RAGGIRO
PORDENONE Una truffa nella truffa. Le vittime sono alcuni risparmiatori che, dopo aver perso denaro investendo nel forex attraverso la Venice Investment Group del portogruarese Fabio Gaiatto, si sono affidati a una pseduo-società londinese per recuperare gli investimenti. Una società che chiedeva 1.500 euro per recuperare i crediti o - nel caso le somme fossero superiori a 50mila euro - il 5% del capitale finito nei conti della Venice. A scoprire il raggiro, che ha coinvolto anche due risparmiatori pordenonesi, è stata l'Afue, l'associazione vittime di truffe finanziarie internazionali presieduta da Daniele Pistolesi. Due settimane fa l'Afue, attraverso l'avvocato Michele Peretto, ha presentato una querela in Procura a Pordenone. Al procuratore Raffaele Tito si chiede di indagare per le ipotesi di raccolta abusiva di denaro, truffa, millantato credito, sostituzione di persona, frode telematica e divulgazione di fake news.
Pistolesi e Peretto parlano di una sopcietà con documentazioni e referenze fasulle. «Alle vittime - spiegano - veniva fatto credere che i soldi investiti con Venice potevano essere recuperati attraverso vie extra giudiziali a Londra, in quanto il referente della società diceva che i denari erano depositati in conti intestati a Venice Investments Group Ltd nel Regno Unito». Pistolesi assieme al vice presidente di Afue, Vincenzo D'Onofrio, sta raccogliendo elementi che ricondurrebbero a un'attività di falsa assistenza alle vittime di truffe. «Oltre a creare false speranze - osserva Pistolesi - la società crea problemi per chi cade nel tranello, perchè incentiva a non sporgere regolare querela all'autorità giudiziaria italiana. Purtroppo la vicenda ha coinvolto un centinaio di investitori».
I risparmiatori si sarebbero imbattuti nella società di assistenza facendo delle semplici ricerche su internet. Digitando parole chiave come Venice Investment, truffa o recupero crediti, si sono ritrovati in un sito internet che pubblicizza un'attività di «assistenza legale per recupero del denaro perso», con tanto di nomi di legali a Londra, di corrispondenti sparsi nelle Isole Marshall, a Cipro, in Grecia e Russia. L'Afue - comunica Pistolesi - attraverso l'avvocato Enrico Conti ha già avviato un'azione legale per il recupero delle somme versate alla società.
Ma c'è un altro problema che sta affliggendo i risparmiatori vittime della Venice Investment. Ed è quello fiscale. Si ritrovano infatti a dover pagare il Fisco per i rendimenti che non sono mai stati accreditati da Gaiatto sui loro conti correnti. «L'aspetto fiscale nella vicenda Venice non è da sottovalutare - afferma Pistolesi - come Afue abbiamo evaso oltre 200 richieste di aiuto attraverso un fiscalista che ha definito una linea comune da seguire. Ringrazio la Procura di Pordenone e la Guardia di Finanza per averci agevolato nella difficile organizzazione dell'azione collettiva. Si tratta di difficoltà oggettive di coordinamento di oltre 400 assistiti, difficoltà che sono state perfettamente comprese».
L'ultima tappa dell'inchiesta sulla mega truffa della Venice Investment, condotta dai finanzieri di Portogruaro, risale alla scorsa settimana, quando al confine tra Slovenia e Croazia, a Reka Dragonja, è stata arrestata Marjia Rade, la 54enne di Capodistria considerata il braccio destro di Gaiatto in Slovenia e Croazia. La donna è destinataria di due misure cautelari: lo scorso settembre è riuscita a sfuggire agli arresti domiciliari, a ottobre la Procura ha invece ottenuto la custodia cautelare in carcere per nuove accuse di abusivismo finanziario e autoriciclaggio. Il giudice della Corte di Capodistria l'ha liberata con obbligo di firma quotidiano.
Cristina Antonutti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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