Una presenza radicata da oltre trent'anni

Giovedì 16 Luglio 2020
VENEZIA L'operazione di ieri contro la ndrangheta calabrese distaccata in Veneto è solo un ultimo tassello di una serie di inquietanti scoperte che hanno portato la Procura distrettuale antimafia a concludere che l'intero Veneto è da tempo (almeno trent'anni) zona di insediamento e di espansione della criminalità organizzata. In questa regione la ndrangheta ha trovato terreno fertile per il riciclaggio di ingenti capitali costituiti attraverso il traffico di droga. È di solo un mese fa l'operazione Isola scaligera, che aveva portato a misure cautelari per 26 indagati, di cui 16 per associazione mafiosa. In quel caso, dalle indagini della polizia, era emerso che la malavita calabrese gestiva si occupava di diverse attività lecite, tra cui la gestione di sale da gioco, con preoccupanti connessioni con il mondo della pubblica amministrazione e delle società a partecipazione pubblica. Rapporti che, al momento, si fermano all'aver favorito una certa ditta per effettuare corsi di formazione.
Tra qualche giorno ci sarà la requisitoria del processo che vede sempre protagonista la ndrangheta, questa volta infiltrata in territorio padovano e vicentino, in particolare con la cosca Grande Aracri che era stata scoperta e smantellata nel marzo 2019 dai carabinieri. Sotto processo ci sono 35 persone.
Un altro processo in corso in questi giorni è quello al Bunker di Mestre a carico del clan del Casalesi del boss Luciano Donadio, che faceva il bello e il cattivo tempo a Eraclea. Anche qui decine di persone (75) alla sbarra a vario titolo. Un altro processo riguarda il clan legato a Domenico Multari detto Gheddafi, la cui banda si è prestata a episodi di intimidazioni che hanno avuto riflessi anche sul nostro territorio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci