Un messaggio inquietante via WhatsApp alla madre, «Ti amo, ma ora ho un uomo

Giovedì 1 Ottobre 2020
Un messaggio inquietante via WhatsApp alla madre, «Ti amo, ma ora ho un uomo incappucciato davanti e non ho tempo», inviato prima di precipitare nel vuoto, dal balcone di casa. Un bimbo di appena 11 anni è morto a Napoli, nel quartiere «bene» di Chiaia, la notte tra il 28 e 29 settembre. Una morte che ha gettato nella disperazione la famiglia e scosso la città, sul quale si allunga l'ombra dei cosiddetti «challenge dell'orrore», giochi che si svolgono on-line e che comprendono atti di autolesionismo e, alla fine, anche il suicidio. Quell'uomo incappucciato era reale o solo virtuale? Lui, l'uomo nero, sarebbe Jonathan Galindo, un umano con la faccia di Pippo, il personaggio Disney, che contatterebbe adolescenti e preadolescenti sui social, per spaventarli, terrorizzarli, in un gioco dell'orrore che lascia segni soprattutto nei più fragili. L'undicenne è uscito dalla cameretta per andare in bagno intorno a mezzanotte. A letto, però, non è più tornato. Quando i genitori se ne sono accorti l'hanno cercato fino alla tragica scoperta: uno sgabello vicino alla ringhiera del balcone, il cellulare a terra e il corpo esanime del piccolo giù.
Del Gaudio e Malfetano
a pagina 9
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