Un inno alla vita per l'addio a Carlo

Sabato 14 Luglio 2018
DUOMO GREMITO
TREVISO Uno sguardo, un abbraccio, un atto di gentilezza. Così la prima moglie Franca Pin e la seconda Mary Josephine Spirito siedono accanto, in seconda fila, dietro i quattro figli. Gli occhiali scuri, il passo lento, hanno attraversato le navate della chiesa allo stesso modo in cui sono state parte della vita di Carlo Benetton. Con discrezione e pudore, tra momenti belli e inevitabili strappi. E oggi sanno una cosa: tutte e due, con Massimo, Andrea Christian e Leone, sono una famiglia. Carlo le avrebbe volute così: in pace e in armonia. E loro si riservano una gentilezza d'altri tempi, che vola ad un'altezza siderale rispetto alle miserie e agli abbandoni. E' il gesto di saldatura di queste due donne che ha indirizzato una famiglia: cambiano le circostanze della vita, ma l'amore non cambia. E' grazie a questo grande senso di unità che la dinastia ha saputo fare quadrato in un momento così drammatico.
COMPOSTEZZA
Nei gesti e negli atteggiamenti si percepisce la religione della gens Benetton, il senso di appartenenza che supera le scelte dell'oggi e il divenire degli eventi. I piccoli seduti con i padri, le ragazze adolescenti con i capelli alle spalle. Persone fortunate, certo, ma normali. Alla celebrazione hanno parlato loro: i 9 nipoti. Freschi, la pronuncia impeccabile da college, i pensieri di bambini e adolescenti della propria età. Senza retorica. Ciao marito, ciao padre, ciao nonno. Si alzano compìti, salgono gli scalini e aprono un biglietto. Lo riporranno poi sul feretro, sotto il cuscino di fiori. «Che belli i Natali in Argentina» ricorda Sofia. «Ti volevamo bene anche quando ci facevi fare ore di camminate senza darci neppure l'acqua» la incalza Carlotta. E poi le risate, i viaggi meravigliosi e l'amore per il collezionismo. La famiglia di Carlo siede sui banchi della navata destra: i primi sei ordini di banchi sono riservati.
I FRATELLI
Il profumo di rose bianche e lilium è intensissimo. E sulla bara, un'immagine che ritrae l'ultimo dei quattro fratelli Benetton di fronte, alle spalle le amate montagne. Alla sinistra invece i fratelli: Gilberto, Giuliana, Luciano con Laura. Con loro Cristina, l'ultima donna nella vita di Carlo, insieme al figlio arrivato in queste ore drammatiche da Barcellona. La compagna non riesce a trattenere l'emozione: in questi mesi è volata dalla Catalogna a Treviso sempre più spesso. Vicina all'uomo a cui voleva bene da molti anni, anche se il loro rapporto non è mai stato completamente ufficializzato. Scese le scale del Duomo una dei nipoti di Carlo la stringe forte: c'è una grande dolcezza in quell'intreccio di mani. E Cristina lascia correre lacrime ed emozioni.
I COLLABORATORI
Tutti i figli di Luciano e Giuliana sono presenti alla funzione. C'è Alessandro, senza Debora e i ragazzi che sono lontani dalla città. E poi ci sono i collaboratori di una vita, familiari non di sangue ma di anima: Enrico Marchi, Oliviero Toscani silenzioso, Fabrizio Servente, Takashi Endo, Gianni Mion, Fabio Cerchiai, Carlo Bertazzo. Poi la Fondazione Benetton con Marco Tamaro, Domenico Luciani, Tobia Scarpa. Fedeli alla lezione di stile e sottrazione Luciano e i fratelli accettano di buon grado l'abbraccio della città e delle persone comuni. Giuliana è la prima a ricevere la comunione: gli occhi lucidi per un doppio dolore da sopportare, dopo la scomparsa in febbraio del marito Fioravante Bertagnin, ma con il passo determinato che tutti le riconoscono. Ma dietro s'indovina un senso di smarrimento. Il saluto indirizzato al loro amato fratello è struggente. «Possa il cammino venirti incontro. Possa il vento soffiare alle tue spalle, possa il sole brillare caldo sul tuo volto. Cada dolcemente la pioggia sui tuoi campi. E fino al nostro prossimo incontro, Dio ti conservi nel palmo della sua mano». Irish blessing, la benedizione del viaggiatore.
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci