«Tutta la nostra attività è a alto rischio anche simulazioni di soccorsi in quota»

Lunedì 7 Settembre 2020
«Tutta la nostra attività è a alto rischio anche simulazioni di soccorsi in quota»
GLI ESPERTI
BELLUNO Tre Cime di Lavaredo, il giorno dopo. Anche la dolomia più famosa al mondo pare più silenziosa del solito. E le nuvole, pure, piange Sergio Francese che non c'è più. Ieri pomeriggio Alex Barattin delegato della II zona Dolomiti Bellunesi del Soccorso Alpino - è salito ad Auronzo di Cadore, portando l'abbraccio dei volontari ai familiari. C'era anche lui tra i rianimatori, accanto al corpo di Sergio, ferito alla testa, colpito da una pala del rotore principale, sabato. Con lui, nella lotta per tenere in vita il compagno, il medico dell'Aiut Alpin, ad alcuni uomini della Guardia di Finanza e del Soccorso Alpino.
LA TESTIMONIANZA
«Sergio aveva un chiaro politrauma alla testa, è stato stabilizzato in parete, seguendo il protocollo, e poi è stato trasportato con l'elicottero al rifugio Lavaredo, là vicino», Barattin ripercorre i minuti concitati seguiti all'incidente. A bocce ferme i perché si rincorrono. Barattin sintetizza così, sottolineando come la situazione simulata di ogni esercitazione sia per forza di cose rischiosa. Quella di sabato era congiunta tra il Corpo nazionale del Soccorso alpino e il Sagf della Guardia di Finanza.
IL RISCHIO
«Ogni associazione organizza i suoi corsi di formazione è la premessa posta da Barattin noi abbiamo i cosiddetti simulati che ricreano modalità di soccorso in ambito di rischio, visto che dobbiamo essere pronti ad aiutare persone in grave difficoltà. Ecco che quando qualcosa non funziona ci possiamo anche rimettere la vita». Mille i particolari movimenti che ogni soccorritore deve mettere in pratica nelle operazioni. Inoltre, al di là del protocollo preciso da osservare, in montagna si aggiunge una variabile non da poco: «È l'ambiente, che non è mai lo stesso in montagna dove gli spazi di manovra sono minimi e tutta l'attività è ad alto rischio, comprese le esercitazioni». Di simulazioni in parete Sergio Francese - 55 anni, padre di un ragazzo di 17 - ne aveva fatte molte, in quanto appuntato scelto con qualifica speciale della Guardia di Finanza e volontario del Soccorso Alpino di Auronzo di Cadore.
IL CAI
Il lutto colpisce chiunque frequenti con passione le nostre montagne. Ad unirsi al dolore della famiglia e a quello dei colleghi è, pure, il presidente generale del Club alpino italiano, Vincenzo Torti. «Sergio Francese ha perso la vita in uno dei tanti momenti di verifica che costellano l'esistenza di ogni soccorritore in montagna - riassume così il cordoglio di tutto il Cai - nell'associarmi al cordoglio di tutti gli operatori di soccorso in montagna va sottolineata ancora una volta l'importanza della generosità di queste persone che, sia nelle fasi di esercitazione sia quando sono impegnate nelle operazioni di soccorso, non esitano a mettere a repentaglio la propria vita per quella degli altri. In particolare per quelle persone, come ci ha confermato purtroppo anche la stagione estiva che sta per concludersi, che spesso si mettono in situazioni di pericolo per incoscienza, o perché non rispettano le norme per un'attenta e consapevole frequentazione della montagna».
Daniela De Donà
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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