Tre anni e mezzo di emozioni e lavoro: un album di foto che porterò nel cuore

Venerdì 15 Novembre 2019
Tre anni e mezzo di emozioni e lavoro: un album di foto che porterò nel cuore
CAMBIO AL VERTICE
BELLUNO «Rischio di non partire più». Ha risposto così ieri, con una battuta vista l'allerta meteo e il superlavoro a Palazzo dei Rettori, il prefetto Francesco Esposito, in partenza per Lucca, dove ricoprirà il medesimo ruolo. Il 25 novembre a Belluno arriverà Adriana Cogode, viceprefetto vicario di Bologna che si siederà a capo di Palazzo dei Rettori. Ieri, in apertura della conferenza stampa sul piano anti-truffe, Esposito ha fatto un primo bilancio di questi tre anni e mezzo a Belluno, ricordando che il 22 novembre presenterà un'altra iniziativa per la sicurezza. «Concludo questo periodo bellunese - ha detto- con la consapevolezza che queste due iniziative saranno importanti per la sicurezza e prevenzione per questo territorio. E ancora con la consapevolezza che tutto quello che in questi 3 anni e mezzo abbiamo fatto come Prefettura, lo abbiamo fatto cercando in ogni modo di coinvolgere, di condividere, di fare rete tra istituzioni e comunità». Nel pomeriggio il prefetto Esposito ha poi risposto a qualche domanda.
Con che animo lascia Belluno?
«Con grande dispiacere, anche se sono contento di andare a Lucca, una bella realtà perché mi avvicino alla mia città di adozione, ovvero Firenze. Ma lascio Belluno con immenso dispiacere, mio e della mia famiglia. È una comunità che ha permesso di inserirci con grande facilità e di vivere questa esperienza con partecipazione. Così non solo il lavoro ha beneficiato di queste condizioni ma i rapporti umani, vissuti da cittadino. Ho avuto modo di creare rapporti fortissimi e ammirare le persone che abitano queste terre straordinarie. Questo è l'aspetto che più mi porterò nel cuore e mente: una comunità che sa reagire, organizzarsi operosa e sa riconoscere il lavoro che viene svolto sul territorio. Credo che nella mia esperienza ci sia come filo conduttore quello di cercare costantemente di creare rete. Ho la sensazione che sia stato percepito da tantissime persone e ci ha consentito di viaggiare non da soli ma in compagnia. Ricordo in particolare i giovani, bimbi ragazzi, e l'iniziativa del coro Arcobaleno di Limana, che ha cantato per il presidente della Repubblica a Belluno.
È stato quello il momento più emozionante?
«Sono tanti i momenti: mi porto nel cuore un insieme di momenti, come un album di foto. Momenti speciali nei quali ho avuto possibilità di condividere far partecipare la comunità e di fare in modo che la prefettura fosse vissuta percepita come un'istituzione che sta dalla parte della comunità, dei cittadini. Sempre pronta a tendere una mano a chi ne ha bisogno».
In questo album ci sono anche le tragiche foto di Vaia.
«È stata una devastazione, ci sono stati danni, momenti difficili, disagi per le persone, ma quei momenti sono un misto di foto brutte e belle. Immagini belle di un territorio che rispondeva, una comunità che si è rimboccata le maniche e ha operato per cercare di tornare quanto prima alla normalità. Istituzioni che hanno lavorato fianco a fianco senza mai sottrarsi e il rapporto strettissimo con la comunità. Come dovrebbe sempre essere. Chi lavora per un'istituzione pubblica deve avere questa naturale propensione a mettersi al servizio della comunità. Quando arrivai dissi: mi metterò al servizio della comunità e mi auguro di esserci riuscito. Quel che è certo è che ci ho messo tutto l'impegno».
E il lavoro fatto per i Mondiali è la sua eredità?
«Non guarda al presente, ma al futuro. Non esisteva un sistema di anticorpi e prevenzione così sviluppato, ma non perché ci fossero mancanze nel passato, ma perché non se ne era mai ravvisata la necessità. Quando la provincia si apre a eventi così importanti, c'è l'esigenza prioritaria di cercare di attrezzare il territorio alle sollecitazioni nuove, positive ma che portano anche insidie. È necessario avere la capacità di prevenire tentativi della criminalità organizzata nelle opere pubbliche. E su questo stiamo lavorando. Alla collega che arriverà ho spiegato le caratteristiche principali della realtà bellunese, ma di non mi permetto di dare consigli a nessuno. Ognuno ha diritto a maturare propria esperienza».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci