TRASPORTI
MESTRE «Si buttavano in strada, alcuni sventolando l'ombrello

Martedì 5 Novembre 2019
TRASPORTI MESTRE «Si buttavano in strada, alcuni sventolando l'ombrello
TRASPORTI
MESTRE «Si buttavano in strada, alcuni sventolando l'ombrello per farci fermare. Lì, in via della Libertà all'altezza della fermata di via Righi, rischiando di essere falciati dalle auto. Ma fermarsi era impossibile, perché i bus erano già stracarichi. Di sicuro una, due, tre corse avevano già tirato dritto lasciandoli a terra. E così c'era chi si buttava in strada per cercare di bloccare un pullman per arrivare a Venezia. Un incubo per loro, ma anche per noi che guidiamo».
Quello passato è stato un lungo weekend di fuoco a Venezia, ma anche per i collegamenti tra la città storica e la terraferma, con gli autisti Actv al volante di autobus pieni come se si fosse in piena estate e, visti i numeri delle corse bis e straordinarie messe in campo dall'azienda di trasporto, forse persino di più. Tanto, proprio per evitare di essere sempre costretti a rincorrere le situazioni di emergenza, i sindacati chiedono ormai di rimettere mano in particolare agli orari dei festivi, giorni nei quali non ci sono più meno passeggeri. Anzi.
I NUMERI
Actv non è rimasta certo a guardare di fronte all'ennesima calata dei turisti dalla terraferma a Venezia (con l'assalto per i ritorni a Mestre dal tardo pomeriggio). Tra venerdì 1 e domenica 3 novembre (tranne la giornata di sabato, relativamente più tranquilla) ci sarebbero state complessivamente persino più corse tra Mestre e Venezia rispetto ai normali giorni feriali. Vediamo: venerdì sono state messe in strada 85 corse aggiuntive rispetto all'orario programmato da e per piazzale Roma, 30 nella giornata di sabato e altre 64 in quella di domenica. Oltre agli autobus, venerdì sono state aggiunte anche 20 corse del tram, incastrandole a metà della cadenza di 15 minuti prevista nei giorni festivi, chiamate in gergo come corse T3 in quanto effettuano servizio avanti e indietro tra Venezia e piazzale Cialdini (Mestre centro), senza proseguire poi verso Favaro come per la linea T1.
I SINDACATI
Valter Novembrini della Filt Cgil taglia corto: «L'azienda non si è resa conto di come è cambiata la terraferma in questi anni, del blocco di alberghi dai quali partono i turisti diretti a Venezia. Si lavora sempre in emergenza e non penso che basti quella che sarà la tassa di ingresso per arginare gli arrivi in centro storico. Qui bisogna davvero riprogrammare tutto». Per Giampietro Antonini, segretario dell'Sgb Sindacato generale di base fresco dell'ultimo sciopero del 25 ottobre scorso, «è necessario rivendicare più risorse per il trasporto pubblico da parte del Governo, potenziando così i servizi. Ma anche - aggiunge - è necessario analizzare linee come la 9 che, arrivate a Mestre, si svuotano pur proseguendo poi per via Tevere: chilometri che potrebbero essere utilizzati su altri percorsi. Per non parlare di quelle nuove come la 44 che odorano di campagna elettorale. Dall'altro lato, è possibile togliere nei festivi la 24H che è l'unico collegamento per i veneziani che vogliono andare a visitare i loro parenti ricoverati all'ospedale dell'Angelo?». Ma torniamo all'assalto dei turisti. «È un dato di fatto: la piena stagione a Venezia, ma anche a Mestre, è ormai tutto l'anno. Per questo bisogna rivedere tutto l'orario - auspica Aldo Marton della Fit Cisl - come bisogna ragionare anche sugli organici. Nell'ambito della terraferma urbana ed extraurbana mancano almeno una ventina di autisti, e non è un problema solo dei festivi, ma anche dei giorni feriali».
L'ACTV
Per l'azienda dei trasporti gli orari, però, non si possono rimettere in discussione, tantomeno immaginare di mantenere anche nei giorni festivi le 5.600 corse previste in quelli feriali. «Venerdì scorso gran parte dei problemi è stata dovuta al blocco sul ponte della Libertà e alle deviazioni ai Pili, con picchi di ritardo fino a 20 minuti che hanno mandato in tilt i servizio di trasporto - commentano da Actv -. Se noi avessimo un orario diverso per i festivi, con molte più corse, dovremmo rispettarlo indistintamente. Invece, con l'organizzazione attuale, possiamo intervenire con le corse bis al momento del bisogno, nelle giornate di picco anche con un numero di bus tra i 50 e gli 80, addirittura 85 venerdì scorso, concentrandoli nelle fasce orarie più critiche come quelle della mattina o del tardo pomeriggio». Posizioni opposte, ma intanto l'unico dato certo è quello dei bus stracolmi e della ressa alle fermate.
Fulvio Fenzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci