Tramonta il modello di lotta e di governo

Lunedì 22 Ottobre 2018
Maio Ajello
Si sta spezzando l'ossimoro: quello del partito di lotta e di governo. È un format che si ripete da decenni, che non ha funzionato mai, che nasce a sinistra - nel Pci degli anni 70 nella sua marcia di avvicinamento verso il potere ma senza rinunciare alla retorica e dalla comodità da opposizione - e che via via sfilacciandosi e logorandosi è arrivato adesso al suo epilogo.
La scarsa partecipazione alla festa 5 Stelle, insieme alla stanchezza e alla fine della spinta propulsiva che quella piazza ha messo in scena, possono essere un indizio di questo passaggio d'epoca. E in questo senso perfino Grillo, in mezzo ai suoi attacchi forsennati, sembra sentire a modo suo la necessità di qualche trasformazione governista - in tandem con Salvini che non pareva proprio il suo tipo - per M5S. Ossia mostra, e Conte e Di Maio più di lui, di accorgersi dei limiti e delle impossibilità di un partito fondamentalista del Vaffa alle prese con la pratica della risoluzione dei problemi che implica di dire più sì e meno no.
L'ossimoro di colpo, ma finalmente, si presenta come un ferro vecchio nelle circostanze attuali che richiedono o il governo o la lotta e non la riproposizione stantia, come è stato finora nei giallo-verdi, di una ricetta continuamente sperimentata con insuccesso.
Il mix lotta-governo del Pci venne affossato dal terrorismo delle Brigate rosse. Quando poi, nel 94, la «gioiosa macchina da guerra» (...)
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