Tomei e la doppia vita di Sgnaolin: «Mai sospettato di lui»

Venerdì 17 Gennaio 2020
Tomei e la doppia vita di Sgnaolin: «Mai sospettato di lui»
LA STORIA
VENEZIA «Leggendo gli articoli sulle infiltrazioni della camorra ad Eraclea mi vengono i brividi: ho lavorato per due anni come dipendente dell'Imperal Agency, ma non ho mai sospettato nulla. Ad assumermi era stato Christian Sgnaolin, mio ex compagno di liceo: un amico, lo ritenevo un bonaccione... Luciano Donadio l'ho visto un paio di volte: si comportava da bullo, ma non ho mai assistito a nessun episodio sospetto».
Andrea Tomei, già consigliere provinciale e consigliere comunale a Jesolo è sconvolto per quanto ha appreso dopo il deposito delle carte relative all'inchiesta sul presunto boss dei casalesi di Eraclea. Avendo lavorato alle dipendenze di Sgnaolin, uno degli uomini di fiducia di Donadio, il suo nome salta fuori in alcune deposizioni raccolte al pm Terzo nel corso delle indagini, ma lui non è mai stato indagato e non c'entra nulla con l'inchiesta. «Non ho mai partecipato con Donadio e Sgnaolin alla costituzione dell'Anil, l'Associazione nazionale liberi imprenditori (con cui Donadio cercò di organizzare corsi di sicurezza sui loghi di lavoro anche nell'ambito di Fincantieri, ndr). Ne ho sentito parlare in ufficio, ma io mi occupavo di altro - precisa Tomei - sono laureato in biologia e sono specializzato in igiene e sicurezza ambientale. Per la Imperial Agency curavo clienti come alberghi e ristoranti. Ero un semplice dipendente: andavo dai clienti e predisponevo i piani di sicurezza. Delle fatture si occupavano Sgnaolin e i figli di Donadio». Tomei nega anche di aver chiesto o ricevuti i voti degli affiliati al clan camorristico quando si candidò (senza essere eletto, nel 2017: «I voti che ho preso sono i miei, gli stessi di tanti anni prima quando mi ero candidato per la prima volta a Jesolo - spiega - Ho chiesto a molti di votarmi e l'ho fatto anche con Sgnaolin, che consideravo un amico: non potevo sapere che fosse implicato nelle vicende venute alla luce ora. Così come non sapevo che Donadio fosse un criminale: era stato perfino autorizzato a gestire un centro Snai, attività per la quale servono requisiti particolari. Non faccio mica il poliziotto...»
L'accostamento del suo nome all'Imperial Agency, una delle società del clan Donadio finite nel mirino degli inquirenti, gli sta creando non poche difficoltà. «Ma io ero un semplice dipendente e durante l'inchiesta non mi hanno neppure chiamato come testimone - sbotta - È una vera e propria beffa: avanzo ancora un sacco di soldi da Sgnaolin, che non mi ha versato gli ultimi stipendi: mi diceva di pazientare perché era in difficoltà. E così ho lavorato per nulla...»
Gianluca Amadori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci