«Ti lascio», lui la strangola

Mercoledì 2 Agosto 2017
«Ti lascio», lui la strangola
Ha strangolato la fidanzata e poi ha guidato tutta la notte con il cadavere sul sedile a fianco. Solo dopo dieci ore si è fermato al Comando della polizia stradale di Palmanova a costituirsi. Ore e ore a vagare in auto sino al confine con la Slovenia prima di prendere la decisione di consegnarsi e di dare sollievo all'anima. «Temo di aver commesso un omicidio - ha detto una volta arrivato - vorrei parlare con qualcuno». Erano da poco passate le 9 di ieri mattina quando Francesco Mazzega, 36 anni di Spilimbergo, un comune del pordenonese, ha suonato al campanello della Polizia stradale di Palmanova per confessare di aver strangolato la notte precedente la fidanzata, Nadia Orlando, 21 anni di Vidulis di Dignano, in provincia di Udine. Lei era ancora seduta nel sedile del passeggero della Toyota Yaris nera. Sembrava dormisse. Ma ai poliziotti è bastato avvicinarsi per capire che era morta già da parecchie ore. «La mia vita è finita. Mi vergogno di quello che ho fatto», ha detto agli inquirenti alla fine del lungo interrogatorio durato oltre sei ore nel quale ha confessato ripercorrendo quanto accaduto la notte precedente. Quando alla fine, prima di portarlo in carcere gli hanno chiesto se voleva incontrare i suoi genitori ha detto di no: mi vergogno troppo - ha risposto. Francesco e Nadia si erano conosciuti sul posto di lavoro, entrambi dipendenti della Lima, un'azienda di materiale sanitario. Stavano insieme da quasi un anno e apparentemente sembravano una bella coppia. Erano stati anche in vacanza insieme. Ma all'interno del loro rapporto le cose non andavano più bene. Non solo per la differenza di età, ma anche per una pressante gelosia che stava bruciando Francesco. «Problematiche che forse erano considerate molto grandi da lui e sottovalutate da lei», ha riferito il vice questore della Mobile di Udine, Massimiliano Ortolan. Lei gli aveva detto che la storia era finita, lui non si rassegnava. Nulla, comunque, che lasciasse presagire il femminicidio di lunedi. Una serata che Francesco ha ricostruito nel lungo interrogatorio reso ieri pomeriggio davanti al pm Letizia Puppa, assistito dal suo avvocato d'ufficio, Annaleda Galluzzo. I due dovevano incontrarsi per parlare della loro storia. Francesco voleva anche chiarire un episodio avvenuto il sabato sera, in occasione della sagra paesana in cui la ragazza era impegnata come volontaria tra gli organizzatori. Era convito che avesse dato troppa confidenza a un altro ragazzo. Francesco è passato a prendere Nadia a casa intorno alle 20. Sono usciti per una passeggiata sul greto del Tagliamento, un luogo frequentato da tante persone. Chi li ha visti, come alcune donne che stavano facendo nordic walking, hanno riferito che erano tranquilli. Si sono seduti su un muretto e hanno continuato la conversazione. Poi sono risaliti in auto, ma è proprio in quel momento che la situazione è degenerata. I toni si sono accesi e lui all'improvviso le ha messo le mani al collo. Durante l'interrogatorio era confuso, non ricordava bene quanto aveva stretto il collo di Nadia. Ricordava, però, di aver sentito le braccia di lei che lo allontanavano e a quale punto di aver mollato la presa. L'ha sentita tossire - ha raccontato - e con la voce roca dire che aveva difficoltà a respirare. Lui voleva portarla al pronto soccorso, lei avrebbe rifiutato. Ma questo è Francesco a raccontarlo. Una volta risalito in auto il greto del Tagliamento non la sentiva più respirare ed è entrato nel panico. «Speravo si fosse solo assopita» - ha riferito agli inquirenti. È a qual punto che inizia la notte folle di Francesco con il corpo di Nadia accanto. Un viaggio lungo mezzo Friuli. Da Dignano ha raggiunto Trieste, oltre 100 chilometri, arrivando quasi fino al confine con la Slovenia. Poi è tornato indietro facendo altre strade. Alle 9 si è ritrovato a Palmanova davanti al posto di Polizia stradale e ha deciso di mettere fine a quello strazio. Ironia del destino alla polizia di Palmanova Francesco si è costituito più o meno alla stessa ora in cui i genitori di Nadia, preoccupati per non averla vista rientrare, si erano recati alla stazione dei Carabinieri di San Daniele per denunciare la scomparsa della figlia. Il resto è la lunga confessione e i primi accertamenti sul corpo della giovane che potrebbe essere morta tra le 22 e le 23 di lunedì sera. Francesco è stato condotto in carcere. Nadia è in obitorio.
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