TERRITORIO IN GINOCCHIO
AGORDO Smottamenti, allagamenti, massi in strada, alberi

Lunedì 29 Ottobre 2018
TERRITORIO IN GINOCCHIO
AGORDO Smottamenti, allagamenti, massi in strada, alberi caduti a terra, cascate di acqua dalle pareti rocciose: questi sono solo alcuni degli ingredienti della domenica nera dell'Agordino. Rimasto peraltro isolato da sud. Chiuse, infatti, la strada Agordina 203 e la parallela della valle del Mis. Ma stop anche alla viabilità verso la Val di Zoldo attraverso il passo Duran. Il transito è stato possibile, ma comunque con delle limitazioni, dai passi Valles, Rolle e San Pellegrino verso il Trentino. Chiuse anche la SP 3 Valle Imperina per Rivamonte, la Avoscan-Cencenighe e la S. Maria delle Grazie-Saviner di Calloneghe.
IL PUNTO NERO
Come ad ogni forte perturbazione che si rispetti, a dare i maggiori problemi risulta essere la Val Cordevole, tra Agordo e Sedico. E in particolar modo in località La Muda dove dal monte soprastante scende a valle di tutto, soprattutto sassi e detriti. Tutto il materiale, misto ad acqua, va a finire sulla strada Agordina 203 che anche ieri, verso le 10.30, è stata chiusa al traffico. Sul posto i vigili del fuoco per la pulizia a cui dovrà seguire una radicale bonifica. Intanto il Comune ha evacuato i 5 residenti.
SINDACO DI LA VALLE
«Non ne possiamo più - sbotta il sindaco di La Valle Ezio Zuanel - è da 4 anni che abbiamo nel cassetto un progetto che prevede di spostare il canalone di scarico, attualmente in mezzo alle case, più a valle, creando un ampio sottopasso che consenta al materiale detritico di arrivare direttamente nel Cordevole. Ma assistiamo inermi a un continuo rimpallo tra Forestali e Veneto Strade. E poi succedono queste cose: impossibile quantificare le centinaia di metri cubi di materiale caduto da stanotte. Io sono qua dalle 3 ed è un continuo. Per precauzione ho fatto evacuare i 5 residenti».
L'ALTERNATIVA
Chi si è trovato a dover uscire da Agordo proprio in quei frangenti, ieri mattina, è stato bloccato dalla Protezione civile e deviato sul passo Duran, per raggiungere così Belluno dalla Val di Zoldo e Longarone (la Valle del Mis era già stata chiusa nella prima mattinata). Ma chi lo ha percorso è passato dalla padella alla brace in quanto lungo i 13 chilometri da La Valle alla cima, ma soprattutto nei restanti fino a Gavaz, Dont, ecc., chi si è avventurato in zona ha trovato un disastro: sassi in strada e acqua in caduta libera. Infatti, attorno a mezzogiorno anche questa via fino a quel momento alternativa è stata chiusa.
TAIBON E DINTORNI
Dopo il rogo delle Pale, a Taibon non sono mancati altri problemi. «Paradossalmente - spiega il sindaco Silvia Tormen - ora l'area dell'incendio è quella che preoccupa meno. Invece abbiamo dovuto chiudere alcuni tratti di strada per pericolo smottamenti ed esondazioni (ad esempio a Listolade due volontari controllano a vista il torrente Corpassa). Nella frazione evacuata di Col di Pra si continua a garantire il servizio antisciacallaggio, ma è dura. A causa della viabilità principale ci troviamo nella situazione, come penso anche altre realtà, in cui abbiamo meno personale e meno volontari». A Ronch de Buos, poi, il monte Framont ha gettato a valle, lungo il greto del rio Roa Bianca, di tutto e di più. Svariate decine di camion colmi non sono bastati per portar via l'enorme massa detritica che se non tolta può strabordare lungo la strada Agordina 203. Nella vicina Agordo, che ha registrato il record nelle 24 ore di millimetri di pioggia caduti (270 per mq) allagamenti in Valcozzena e nella centralissima via IV Novembre per dei pozzetti intasati. Ad Alleghe il torrente Zunaia è esondato mangiandosi il parcheggio e la spiaggetta vicino allo stadio diventati un tutt'uno tra corso d'acqua e lago.
Raffaella Gabrieli
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