Stop alla fornitura di gommoni e motori fuoribordo alla Libia: è una delle

Martedì 18 Luglio 2017
Stop alla fornitura di gommoni e motori fuoribordo alla Libia: è una delle
Stop alla fornitura di gommoni e motori fuoribordo alla Libia: è una delle decisioni dei ministri degli esteri Ue per stroncare il business dei trafficanti di esseri umani. La restrizione alle esportazioni dalla Ue di due strumenti che facilitano le tratte dei migranti lungo la rotta del Mediterraneo centrale è un primo passo. Ora c'è la base legale per vietare la vendita dei beni, con l'indicazione di fare attenzione alla destinazione di gommoni e motori: il commercio è legale solo se i destinatari sono i pescatori libici. È poca cosa, si dirà, e in parte è così. Però si procede a passettini.
La questione più spinosa di questi giorni, il rischio che l'Italia possa decidere di rilasciare «visti umanitari» ai migranti, arrivando così allo scontro con i governi di mezza Europa, non è stata discussa dai ministri. L'Alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza Federica Mogherini ha risposto così quando le è stato chiesto se i ministri degli esteri e Bruxelles fossero preoccupati di una tale eventualità: «Non ne abbiamo parlato». Ne ha parlato, però, il ministro degli esteri austriaco Sebastian Kurz, giovane esponente del partito popolare in odore di cancellierato: «Ipotesi assurda perché se le persone potessero passare, ne arriverebbero sempre di più e questo non allevierebbe il peso per Italia e Grecia: se la cosa fosse fatta proteggeremmo la frontiera del Brennero, di certo non permetteremmo che la gente possa liberamente andare a nord».
In ogni caso, il ministro degli esteri Angelino Alfano ha detto che la concessione di 200 mila visti umanitari ai migranti arrivati in Italia «non è un tema al nostro ordine del giorno». Aggiungendo: il governo non ha mai fatto numeri, «non è una questione che abbiamo messo all'ordine del giorno: di certo abbiamo una strategia che necessita una cooperazione europea». Comunque, nel piano di azione a sostegno dell'Italia proposto due settimane fa, la Commissione già indicava che l'Italia deve «accelerare i rimpatri anche valutando la possibilità di usare restrizioni in materia di residenza e libera circolazione, evitare di fornire documenti di viaggio ai richiedenti asilo per impedire movimenti secondari tranne che per serie ragioni umanitarie». Una linea diversa dagli ipotetici 200 mila visti.
Il tema Libia l'ha fatta da padrone nella discussione dei ministri degli esteri. Con Mogherini che ha gelato grandi aspettative a breve. In un'intervista a Le Monde, ha dichiarato: «È impensabile immaginare di poter bloccare oggi la rotta del Mediterraneo centrale, e certamente non attraverso un accordo, prima che la crisi in Libia non sia risolta». Se non si stabilizza la situazione in Libia l'esodo è destinato a continuare. E ancora: «Dobbiamo rispettare sempre le regole internazionali del non respingimento, non si fermano le persone in mezzo al mare, vanno salvate e si discute dopo per sapere se possono beneficiare o no del diritto di asilo. Per ora, la Libia non è un paese stabile e il lavoro della Ue, come della comunità internazionale, consiste nel cercare una soluzione politica alla crisi. Questa è la priorità assoluta che va al di là della questione delle migrazioni».
Il Belgio chiede che l'operazione navale militare Ue cominci a operare nelle acque interne libiche. Il ministro degli esteri Didier Reynders invita a «riflettere sul ruolo di Sophia anche nelle acque territoriali in accordo con le autorità libiche». Ma il sottosegretario fiammingo all'immigrazione Theo Francken spinge perché il Belgio fermi la sua partecipazione perché l'operazione Sophia «ora attira i migranti illegali». Pillole di ragionamenti che indicano quanto sia in salita la strada delle intese. Alfano conferma che il rinnovo dell'operazione Sophia, sul quale l'Italia ha posto una riserva per la connessione con le regole di Triton (che vincolano gli sbarchi ai porti italiani), sarà discusso entro il 27 luglio. Intanto parte il monitoraggio sull'attività della guardia costiera e della Marina libiche: l'obiettivo Ue «non è la presenza nelle acque territoriali libiche ha detto Mogherini -. Se la Guardia costiera smantella in modo appropriato il business dei trafficanti, va benissimo».
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci