«Stop al Salva-Roma» Lite Salvini-Di Maio E il Cdm è congelato

Mercoledì 24 Aprile 2019
LA GIORNATA
ROMA Vicepremier che escono dal Consiglio dei ministri e annunciano il rinvio del decreto salva-Roma. Altri vicepremier che entrano in Consiglio dei ministri due ore dopo il suo inizio e affermano l'opposto. Ordini. Contrordini. Si. No. Liti. Parolone di Matteo Salvini: «I nostri ministri ci sono tutti e si decide con chi c'è». Replica (riferita) del premier Giuseppe Conte: «Ma come ti permetti di fare annunci senza passaggi formali. Non siamo passacarte». Poi un gGrande litigio sul caso Siri con espressioni fortissime di Matteo Salvini: «Cari 5Stelle non potete attaccarmi tutti i giorni, siamo alla violenza fisica contro di noi».
Riunione del consiglio dei ministri prevista di un'ora che ne dura tre e non si capisce bene neanche quando e se finisce perché a un ceto punto i ministri che contano si trasferiscono nella stanza del premier Conte. «O si approva tutto o niente», è la linea di resistenza dei 5Stelle che ipotizzano anche una prosecuzione della riunione fino all'alba. Orario insolito per un consiglio dei ministri ma che fatalmente ricorda gli appuntamenti dei duelli mortali ottocenteschi.
Questa, in sintesi, la cronaca di uno dei consigli dei ministri più sfilacciati che la storia patria ricordi. Un consiglio dei ministri che ufficialmente avrebbe dovuto occuparsi del decreto-crescita cioè dei provvedimenti per lo stesso governo ritiene fondamentali per evitare la recessione ma che ha finito per ruotare intorno ai due casi del momento: il salva Roma che la Lega vuole escludere dal decreto (ma pare che il 4 aprile avesse dato un via libera) e che i 5Stelle sottolineano essere a costo-zero per lo Stato, e il caso Siri, ovvero il sottosegretario leghista indagato per corruzione che i 5Stelle vorrebbero far dimettere e la Lega difende a spada tratta.
RAPPORTI INESISTENTI
Comunque la si voglia giudicare, la giornata di ieri segnala che i rapporti fra i due partner di governo sono oltre il livello di guardia. Ieri la guerra dialettica si è combattuta a suon di blitz in piazza davanti a Palazzo Chigi e di presenze/assenze al Consiglio dei ministri. È una battaglia che, a poco più di un mese dalle Europee, vede il dialogo tra i due vicepremier pressoché azzerato e lo spazio di mediazione del premier Giuseppe Conte ridotto al lumicino.
La cronaca dell'ennesima giornata sull'ottovolante M5S-Lega parte con gli attacchi di Di Maio al comparto sicurezza-rimpatri di competenza del leader della Lega, si sviluppa sulla requisitoria del M5S contro il sottosegretario Armando Siri e sfocia in una polemia tra i due vice sul 25 aprile. Polemiche che arriva fin sopra al Colle dove è alta l'attenzione su quella che viene vista come una strumentalizzazione su temi dirimenti come la Festa della Liberazione.
Ma è quando comincia (o dovrebbe cominciare) il Consiglio dei ministri che lo scontro deflagra. Il punto di partenza è il decreto crescita che, al suo interno, presenta la norma salva-Roma sulla quale anche Conte, oltre al M5S, avrebbe chiesto l'ok della Lega.
Alle 19 circa a Palazzo Chigi arrivano Salvini e praticamente tutti i ministri leghisti. E nel M5S, invece, che si registrano diverse assenze, a partire da Di Maio, impegnato in una registrazione di un programma tv. Al tavolo di governo, oltre a Conte, sono presenti, tra i M5S, i ministri Alberto Bonisoli, Elisabetta Trenta e Barbara Lezzi. Ed è davanti a quest'immagine che Salvini apre le ostilità.
Il leader della Lega comunica al premier la posizione della Lega, quindi abbandona la sala delle riunioni del Cdm e, poco dopo, esce in piazza davanti Palazzo Chigi dando la linea della Lega ai cronisti: lo stralcio del Salva Roma dal testo. Una linea «concordata» con chi c'era, spiega Salvini in diretta tv.
Lo stralcio «non è stato neanche discusso», protestano subito i Cinque Stelle. Ma la mossa di Salviniscatena anche l'irritazione del premier Conte. La riunione inizia alle 20, con Di Maio che raggiunge il Cdm solo un'ora dopo. E, in ballo, non c'è solo il Salva Roma ma anche la questione Siri oggetto di un ìa difesa serrata di Salvini.
Al tavolo del Cdm, nonostante l'arrivo di Di Maio, la componente del M5S è minoritaria rispetto alla Lega, ma chiede che il decreto venga approvato così com'è, salva-Roma compreso. Si decide quindi di congelare il Cdm e di convocare un vertice ristretto. E' muro contro muro. Ma l'alba è ancora lontana.
Diodato Pirone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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