SOSPIRO DI SOLLIEVO
VAL DI ZOLDO «Abbiamo trovato suo figlio, il recupero

Martedì 7 Settembre 2021
SOSPIRO DI SOLLIEVO
VAL DI ZOLDO «Abbiamo trovato suo figlio, il recupero sarà difficile». Si sono attaccati a questa sottile speranza ieri i famigliari di Giacomo Sacchet, 42 anni, il giovane residente in Val di Zoldo che era scomparso domenica in un'uscita di torrentismo sul Maè, a Longarone. Quelle poche parole dette da un vigile del fuoco ieri alle 10 a papà Antonio Sacchet, che abita a Castellavazzo, potevano nascondere tutto. Una tragedia, l'ennesima per la compagna di Giacomo, Federica Martini, che aveva perso il papà tragicamente nel 2018. Poco dopo è arrivata la nota dei soccorritori, che parlavano di «corpo senza vita». Ma fortunatamente le cose sono andate in modo diverso. Giacomo, che ha passato la notte riparandosi in anfratto, dentro una cascata, con temperature che erano di poco sopra lo zero, è sopravvissuto. Ieri in serata erano ancora in corso gli accertamenti all'ospedale di Belluno, ma tutto lasciava pensare che di lì a poche ore potesse addirittura essere dimesso. Per la gioia della famiglia e della figlioletta di 9 anni.
LA PAURA
Giacomo Sacchet, era uscito in solitaria per fare torrentismo sul corso impetuoso del torrente tra Val di Zoldo e Longarone nel Bellunese. Si tratta di quello sport acquatico che consiste nella discesa di strette gole percorse da corsi d'acqua, percorrendo il torrente a piedi, senza l'ausilio di gommone o canoa. Ebbene il giovane doveva fare il tratto da Soffranco a Pirago, località in cui alle 14.30 di domenica doveva incontrare la compagna Federica. Ma non è mai arrivato. Dopo le perlustrazioni notturne delle varie porzioni del torrente, ieri mattina alle prime luci si è ripartiti con l'ausilio dei droni e con le squadre a piedi. Il Gruppo forre del Soccorso Alpino e Speleologico Veneto si è portato nel tratto più impegnativo, parzialmente visionato nella notte ed è qui che è stato individuato e soccorso, a valle della confluenza con il Grisol, all'altezza del Rui Maor. Calandosi con la corda per superare una cascata di qualche metro era rimasto bloccato sotto il getto, forse per un malore. Ha avuto la lucidità di ripararsi nell'anfratto, dove ha passato la notte. Verso le 10 di ieri la squadra del Gruppo forre del Soccorso alpino e speleologico Veneto aveva trovato le corde che scendevano bloccate in una pozza inavvicinabile per la forza della corrente. Quando i soccorritori avevano cercato di tirarle, queste si erano sganciate dall'imbrago perché l'uomo, temendo un pericolo, si era liberato. Ma a quel punto si è temuto il peggio.
IL RECUPERO
È iniziato il rischioso e quasi impossibile recupero, senza avere certezza di quale sarebbe stato il finale. La squadra si era quindi attrezzata con un arpione lungo sei metri, per tentare di sondare la vasca, mentre si procedeva con la richiesta a Enel Green power della chiusura quasi totale del minimo deflusso vitale della diga di Pontesei a monte. Giacomo era in ginocchio, al riparo: quando ha visto i soccorritori si è alzato, comprendendo che ormai era salvo e l'incubo era finito. L'elicottero del Suem di Pieve di Cadore è atterrato al campo sportivo di Igne e ha trasportato Giacomo in stato di ipotermia all'ospedale di Belluno.
LA FELICITÀ
«Grazie ai soccorritori che son stati bravissimi - dice papà Antonio - è stato fatto un bellissimo lavoro. Per tutti noi è stato un miracolo». Giacomo vive da diversi anni in Val di Zoldo, nella località di Zoldo Alto, con la moglie Federica Martini e la figlia di nove anni. Lavora nel supermercato di Forno di Zoldo Cascella ben inserito nella comunità zoldana. Il sindaco di Val di Zoldo, Camillo De Pellegrin è turbato per le notizie di questi giorni, con l'angoscia per la scomparsa di Federico Lugato. «Conosco poco Giacomo - afferma il sindaco - meglio la moglie Federica e la sua famiglia che gestisce il camping a Zoldo Alto. Questa famiglia è stata da poco molto provata dalla morte del padre della moglie Federica Angelo Martini che ha perso la vita in un incidente all'interno della loro attività di camping, cadendo dentro al pozzo. Siamo tutti colpiti da questa serie di accadimento sfortunati. Speriamo che presto tutto possa tornare alla normalità». Infine una raccomandazione: «La montagna e tutte le attività anche sportive a lei legate devono essere vissute con molta prudenza e possibilmente non in solitaria».
Loredana Pra Baldi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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