SOLIDARIETÀ
All'ospedale di Dolo, trasformato in ospedale specializzato nel trattamento di pazienti affetti da coronavirus, pneumologi e cardiologi, rianimatori, internisti, medici del pronto soccorso e geriatri lavorano fianco a fianco nei reparti uniti per l'emergenza ed è così che hanno scoperto che il coronavirus in parecchi casi non attacca solo i polmoni, ma anche il cuore. Il sospetto dei medici è che ci siano pazienti che sembrano stabili e quindi non ad elevato rischio, i quali invece hanno un problema polmonare e cardiaco che in un primo tempo viene compensato e quindi mascherato. Il problema è che, quando compaiono i segni del distress respiratorio, spesso è già troppo tardi.
DECESSI IMPROVVISI
Ancora nessuno sa bene perché e come questo avvenga, visto che sul coronavirus se ne sa ancora troppo poco, ma anche in altri ospedali italiani in particolare della Lombardia e non solo a Dolo, i medici si sono accorti che il coronavirus aggredisce anche altri organi oltre ai polmoni, e forse questo potrebbe spiegare alcuni decessi improvvisi, soprattutto dei malati più giovani e quindi con un grado globale di rischio minore. Altro riscontro che viene segnalato è relativo al fatto che i malati di coronavirus possono sviluppare una alterazione della coagulazione che arriva ad essere anche tre-quattro volte quella normale. Ecco perché, se si riuscisse ad inquadrare fin dall'ingresso in ospedale l'impegno dell'infezione sia a livello polmonare che a livello cardiaco, soprattutto in quelli con biomarcatori patologici, sarebbe possibile individuare, fin da subito, i pazienti a più elevato rischio ed anticipare così le strategie farmacologiche. Il che ridurrebbe i casi destinati alla morte ed i casi di chi viene ricoverato in Rianimazione.
IL PROTOCOLLO
Il fatto è che, per mettere a punto un protocollo che preveda contemporaneamente l'intervento di tanti medici con diverse specializzazioni, bisogna che gli specialisti abbiano a disposizione un ecografo totalmente dedicato ai malati di coronavirus. Si tratta di un apparecchio che permette, semplicemente cambiando sonda, una per il cuore e una per i polmoni, di monitorare entrambi gli organi per capire se stanno andando in sofferenza. L'ecografo in questione non costa tantissimo attorno ai 40 mila euro - ma in questo momento in cui le casse delle Ulss sono dissanguate dall'acquisto di mascherine e occhiali, di respiratori e ossigeno, chiaro che non c'è spazio per ulteriori acquisti. E così il dottor Fausto Rigo, primario di Cardiologia a Dolo e coordinatore delle cardiologie di tutta l'Ulss 3, con il primario di Pneumologia Manuele Nizzetto, il primario del Pronto soccorso Andrea Pellegrini e di Geriatria Alberto Cester hanno chiesto aiuto, attraverso l'associazione degli Amici del cuore, a Confindustria di Venezia e Rovigo.
Il direttore generale di Confindustria, Giampiero Menegazzo ha capito immediatamente la necessità e l'urgenza e così nel giro di poche ore ha trovato alcuni donatori, che vogliono restare anonimi, i quali hanno messo a disposizione dei reparti dell'ospedale di Dolo che si occupano dei malati di coronavirus, i quattrini necessari a comperare questa apparecchiatura ecografica ad elevata risoluzione in grado di monitorare i parametri funzionali cardio-polmonari di ogni singolo paziente. Sempre Confindustria di Venezia e Rovigo, inoltre, ha deciso di regalare al Pronto soccorso di Dolo un ecografo portatile in grado di eseguire ecografia pleuro-polmonare, accelerando così il triage, in attesa di Rx e Tac. In questo modo verrà messo a punto un percorso più rapido, ma soprattutto più efficace, che permetterà di lasciare liberi molti letti in terapia intensiva e quindi di salvare molte più vite.
Maurizio Dianese
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA All'ospedale di Dolo, trasformato in ospedale specializzato nel trattamento di pazienti affetti da coronavirus, pneumologi e cardiologi, rianimatori, internisti, medici del pronto soccorso e geriatri lavorano fianco a fianco nei reparti uniti per l'emergenza ed è così che hanno scoperto che il coronavirus in parecchi casi non attacca solo i polmoni, ma anche il cuore. Il sospetto dei medici è che ci siano pazienti che sembrano stabili e quindi non ad elevato rischio, i quali invece hanno un problema polmonare e cardiaco che in un primo tempo viene compensato e quindi mascherato. Il problema è che, quando compaiono i segni del distress respiratorio, spesso è già troppo tardi.
DECESSI IMPROVVISI
Ancora nessuno sa bene perché e come questo avvenga, visto che sul coronavirus se ne sa ancora troppo poco, ma anche in altri ospedali italiani in particolare della Lombardia e non solo a Dolo, i medici si sono accorti che il coronavirus aggredisce anche altri organi oltre ai polmoni, e forse questo potrebbe spiegare alcuni decessi improvvisi, soprattutto dei malati più giovani e quindi con un grado globale di rischio minore. Altro riscontro che viene segnalato è relativo al fatto che i malati di coronavirus possono sviluppare una alterazione della coagulazione che arriva ad essere anche tre-quattro volte quella normale. Ecco perché, se si riuscisse ad inquadrare fin dall'ingresso in ospedale l'impegno dell'infezione sia a livello polmonare che a livello cardiaco, soprattutto in quelli con biomarcatori patologici, sarebbe possibile individuare, fin da subito, i pazienti a più elevato rischio ed anticipare così le strategie farmacologiche. Il che ridurrebbe i casi destinati alla morte ed i casi di chi viene ricoverato in Rianimazione.
IL PROTOCOLLO
Il fatto è che, per mettere a punto un protocollo che preveda contemporaneamente l'intervento di tanti medici con diverse specializzazioni, bisogna che gli specialisti abbiano a disposizione un ecografo totalmente dedicato ai malati di coronavirus. Si tratta di un apparecchio che permette, semplicemente cambiando sonda, una per il cuore e una per i polmoni, di monitorare entrambi gli organi per capire se stanno andando in sofferenza. L'ecografo in questione non costa tantissimo attorno ai 40 mila euro - ma in questo momento in cui le casse delle Ulss sono dissanguate dall'acquisto di mascherine e occhiali, di respiratori e ossigeno, chiaro che non c'è spazio per ulteriori acquisti. E così il dottor Fausto Rigo, primario di Cardiologia a Dolo e coordinatore delle cardiologie di tutta l'Ulss 3, con il primario di Pneumologia Manuele Nizzetto, il primario del Pronto soccorso Andrea Pellegrini e di Geriatria Alberto Cester hanno chiesto aiuto, attraverso l'associazione degli Amici del cuore, a Confindustria di Venezia e Rovigo.
Il direttore generale di Confindustria, Giampiero Menegazzo ha capito immediatamente la necessità e l'urgenza e così nel giro di poche ore ha trovato alcuni donatori, che vogliono restare anonimi, i quali hanno messo a disposizione dei reparti dell'ospedale di Dolo che si occupano dei malati di coronavirus, i quattrini necessari a comperare questa apparecchiatura ecografica ad elevata risoluzione in grado di monitorare i parametri funzionali cardio-polmonari di ogni singolo paziente. Sempre Confindustria di Venezia e Rovigo, inoltre, ha deciso di regalare al Pronto soccorso di Dolo un ecografo portatile in grado di eseguire ecografia pleuro-polmonare, accelerando così il triage, in attesa di Rx e Tac. In questo modo verrà messo a punto un percorso più rapido, ma soprattutto più efficace, che permetterà di lasciare liberi molti letti in terapia intensiva e quindi di salvare molte più vite.
Maurizio Dianese
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