SOLIDARIETÀ
All'ospedale di Dolo, trasformato in ospedale specializzato

Venerdì 27 Marzo 2020
SOLIDARIETÀ All'ospedale di Dolo, trasformato in ospedale specializzato
SOLIDARIETÀ
All'ospedale di Dolo, trasformato in ospedale specializzato nel trattamento di pazienti affetti da coronavirus, pneumologi e cardiologi, rianimatori, internisti, medici del pronto soccorso e geriatri lavorano fianco a fianco nei reparti uniti per l'emergenza ed è così che hanno scoperto che il coronavirus in parecchi casi non attacca solo i polmoni, ma anche il cuore. Il sospetto dei medici è che ci siano pazienti che sembrano stabili e quindi non ad elevato rischio, i quali invece hanno un problema polmonare e cardiaco che in un primo tempo viene compensato e quindi mascherato. Il problema è che, quando compaiono i segni del distress respiratorio, spesso è già troppo tardi.
DECESSI IMPROVVISI
Ancora nessuno sa bene perché e come questo avvenga, visto che sul coronavirus se ne sa ancora troppo poco, ma anche in altri ospedali italiani in particolare della Lombardia e non solo a Dolo, i medici si sono accorti che il coronavirus aggredisce anche altri organi oltre ai polmoni, e forse questo potrebbe spiegare alcuni decessi improvvisi, soprattutto dei malati più giovani e quindi con un grado globale di rischio minore. Altro riscontro che viene segnalato è relativo al fatto che i malati di coronavirus possono sviluppare una alterazione della coagulazione che arriva ad essere anche tre-quattro volte quella normale. Ecco perché, se si riuscisse ad inquadrare fin dall'ingresso in ospedale l'impegno dell'infezione sia a livello polmonare che a livello cardiaco, soprattutto in quelli con biomarcatori patologici, sarebbe possibile individuare, fin da subito, i pazienti a più elevato rischio ed anticipare così le strategie farmacologiche. Il che ridurrebbe i casi destinati alla morte ed i casi di chi viene ricoverato in Rianimazione.
IL PROTOCOLLO
Il fatto è che, per mettere a punto un protocollo che preveda contemporaneamente l'intervento di tanti medici con diverse specializzazioni, bisogna che gli specialisti abbiano a disposizione un ecografo totalmente dedicato ai malati di coronavirus. Si tratta di un apparecchio che permette, semplicemente cambiando sonda, una per il cuore e una per i polmoni, di monitorare entrambi gli organi per capire se stanno andando in sofferenza. L'ecografo in questione non costa tantissimo attorno ai 40 mila euro - ma in questo momento in cui le casse delle Ulss sono dissanguate dall'acquisto di mascherine e occhiali, di respiratori e ossigeno, chiaro che non c'è spazio per ulteriori acquisti. E così il dottor Fausto Rigo, primario di Cardiologia a Dolo e coordinatore delle cardiologie di tutta l'Ulss 3, con il primario di Pneumologia Manuele Nizzetto, il primario del Pronto soccorso Andrea Pellegrini e di Geriatria Alberto Cester hanno chiesto aiuto, attraverso l'associazione degli Amici del cuore, a Confindustria di Venezia e Rovigo.
Il direttore generale di Confindustria, Giampiero Menegazzo ha capito immediatamente la necessità e l'urgenza e così nel giro di poche ore ha trovato alcuni donatori, che vogliono restare anonimi, i quali hanno messo a disposizione dei reparti dell'ospedale di Dolo che si occupano dei malati di coronavirus, i quattrini necessari a comperare questa apparecchiatura ecografica ad elevata risoluzione in grado di monitorare i parametri funzionali cardio-polmonari di ogni singolo paziente. Sempre Confindustria di Venezia e Rovigo, inoltre, ha deciso di regalare al Pronto soccorso di Dolo un ecografo portatile in grado di eseguire ecografia pleuro-polmonare, accelerando così il triage, in attesa di Rx e Tac. In questo modo verrà messo a punto un percorso più rapido, ma soprattutto più efficace, che permetterà di lasciare liberi molti letti in terapia intensiva e quindi di salvare molte più vite.
Maurizio Dianese
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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