Senza lavoro e con il rischio del volo aereo Il lungo inverno della comunità bengalese

Lunedì 16 Novembre 2020
Senza lavoro e con il rischio del volo aereo Il lungo inverno della comunità bengalese
GLI STRANIERI
JESOLO «C'è molta preoccupazione, molti temono di non poter più rientrare in Italia per la prossima primavera, per questo la maggioranza dei nostri connazionali non tornerà in Bangladesh». Le parole sono quelle Kamal Hossain, uno dei rappresentanti dei cittadini bengalesi nel litorale che descrive in questo modo i timori della comunità bengalese presente nel litorale. Circa 1.500 persone ben radicate nel territorio, molte a Jesolo da diversi anni con le rispettive famiglie, che lavorano tra hotel e ristoranti. O nei propri negozi di oggettistica. Ma per tutti la stagione è stata breve. In genere solo tre mesi, al massimo tre mesi e mezzo per alcuni. A pesare, l'incertezza causata dal Covid-19 e i ritardi dei voli dal Bangladesh all'Italia. E come se bastasse la vicenda scoppiata ad inizio luglio, con i sette cittadini bengalesi risultati positivi al virus dopo aver viaggiato da Dacca a Roma con un passeggero risultato positivo subito dopo l'atterraggio. Una circostanza che aveva alimentato diverse polemiche e portato allo stop dei voli provenienti da Dacca. E la paura, ora, è che una situazione simile possa ripersi.
NIENTE RIENTRO
«Molti connazionali spiega Hossain quest'anno rinunceranno a rientrare in Bangladesh, c'è paura di rimanere bloccati e di non trovare voli per l'Italia in primavera. La stagione è stata difficile e per molti molto corta, al massimo tre mesi o poco più. La speranza è che la prossima stagione inizi il prima possibile, per questo in molti preferiscono rimanere. Stiamo parlando di lavoratori che ormai hanno assunto un ruolo fondamentale per il turismo locale: tutti vogliono essere pronti a lavorare non appena sarà possibile».
Nella realtà tra chi ha deciso di rimanere in Italia, in molti dal litorale veneziano si sono trasferiti nelle grandi città, nella speranza di trovare qualche occupazione in modo da compensare le perdite registrate con il lavoro estivo. In ogni caso viene assicurato il rispetto delle regole, soprattutto sanitarie. «Dopo la chiusura ad agosto del centro culturale conclude il rappresentante della comunità bengalese l'attività è ripresa, ovviamente con tutte le precauzioni indicate dall'autorità, vale a dire ingressi contingentati, distanziamento, uso della mascherine e igienizzazione della mani. Stiamo facendo molta attenzione in tutta la nostra quotidianità».
In questo caso non si segnalano nemmeno situazioni di sovraffollamento abitativo come invece accade in altre città. In questo caso a influire sono i tanti controlli effettuati negli ultimi anni dagli agenti della polizia locale che hanno più volte portato alla luce situazioni di degrado, denunciando i proprietari degli alloggi e in alcuni casi anche sequestrando degli appartamenti. Si tratta di un'attività che ha permesso di avviare anche una forte sensibilizzazione per evitare appunto certe situazioni di affollamento abitativo, con controlli che sono comunque costanti.
Giuseppe Babbo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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