Secondo le condizioni scritte chiaramente sul buono postale, avendo investito 5

Martedì 28 Gennaio 2020
Secondo le condizioni scritte chiaramente sul buono postale, avendo investito 5 milioni di lire 30 anni fa, avrebbe diritto oggi a 61mila euro. Ma le Poste, che applicano retroattivamente il tasso più sfavorevole al risparmiatore, gli liquidano al massimo 27mila euro. Nel caso del bellunese Giobbe Mastellotto fa la differenza: il risparmiatore ci perderebbe quasi un terzo del valore. Mastellotto infatti ha in mano due buoni fruttiferi postali da 5 milioni di lire ciascuno, sottoscritti nel 1989 all'ufficio postale di Mel. Sono trentennali e così, dopo la scadenza, a inizio 2020, è andato all'incasso. Le Poste però, sia a Belluno che a Mel, ufficio che rilasciò i buoni, sono pronte a liquidare al massimo 52mila euro in totale (27mila euro a buono, secondo i tassi calcolati sulla serie P e Q). «Mi sono sentito preso in giro», dice Mastellotto, che, con sentenze di Cassazione in mano, tramite lo studio Righes farà ricorso al Tribunale. «Ho chiesto di avere quello che c'era scritto sul buono e mi hanno rimandato al sito di Poste Italiane Cassa depositi e prestiti dove ci sono tassi completamente diversi. Ho ritenuto che fosse al limite della truffa e ho voluto rendere pubblico quanto mi è accaduto per mettere in guardia altri risparmiatori».
Bonetti a pagina III
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