Sarebbe arrivato persino ad assoldare un killer per uccidere chi l'aveva tradito.

Giovedì 14 Febbraio 2019
Sarebbe arrivato persino ad assoldare un killer per uccidere chi l'aveva tradito. Francesco Crosera, l'imprenditore nautico arrestato per i presunti rapporti con il boss ndranghetino Domenico Multari, avrebbe spesso affidato dei lavoretti poco puliti a qualche malavitoso per risolvere questioni personali. È quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare a carico del 53enne titolare di un cantiere nautico a Portegrandi di Quarto d'Altino, al quale ieri sera sono stati concessi gli arresti domiciliari permettendogli di rientrare nella suia casa di Meolo.
Nelle intercettazioni col boss Multari emergono intanto i riferimenti al blitz per far incendiare uno yacht ad Alghero, venduto a un imprenditore friulano per due milioni di euro. L'acquirente, non soddisfatto, aveva fatto causa a Crosera per 300mila euro. Nel 2015 Crosera chiede a Multari di mandare due emissari per incendiarla. Il raid, però, fallisce, così pianificano un secondo tentativo, ma nel frattempo subentrano le indagini dei carabinieri che fanno saltare i piani: la barca, infatti, viene spostata in un porto più protetto. Fallita la trattativa con Multari, Crosera si rivolge a una coppia di albanesi, salvo poi commissionare a un altro albanese l'omicidio di uno dei due che l'aveva tradito.
Tamiello e Dianese
alle pagine II e III
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