Sarebbe arrivato persino ad assoldare un killer per uccidere chi l'aveva tradito. Francesco Crosera, l'imprenditore nautico arrestato per i presunti rapporti con il boss ndranghetino Domenico Multari, avrebbe spesso affidato dei lavoretti poco puliti a qualche malavitoso per risolvere questioni personali. È quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare a carico del 53enne titolare di un cantiere nautico a Portegrandi di Quarto d'Altino, al quale ieri sera sono stati concessi gli arresti domiciliari permettendogli di rientrare nella suia casa di Meolo.
Nelle intercettazioni col boss Multari emergono intanto i riferimenti al blitz per far incendiare uno yacht ad Alghero, venduto a un imprenditore friulano per due milioni di euro. L'acquirente, non soddisfatto, aveva fatto causa a Crosera per 300mila euro. Nel 2015 Crosera chiede a Multari di mandare due emissari per incendiarla. Il raid, però, fallisce, così pianificano un secondo tentativo, ma nel frattempo subentrano le indagini dei carabinieri che fanno saltare i piani: la barca, infatti, viene spostata in un porto più protetto. Fallita la trattativa con Multari, Crosera si rivolge a una coppia di albanesi, salvo poi commissionare a un altro albanese l'omicidio di uno dei due che l'aveva tradito.
Tamiello e Dianese
alle pagine II e III
© RIPRODUZIONE RISERVATA Nelle intercettazioni col boss Multari emergono intanto i riferimenti al blitz per far incendiare uno yacht ad Alghero, venduto a un imprenditore friulano per due milioni di euro. L'acquirente, non soddisfatto, aveva fatto causa a Crosera per 300mila euro. Nel 2015 Crosera chiede a Multari di mandare due emissari per incendiarla. Il raid, però, fallisce, così pianificano un secondo tentativo, ma nel frattempo subentrano le indagini dei carabinieri che fanno saltare i piani: la barca, infatti, viene spostata in un porto più protetto. Fallita la trattativa con Multari, Crosera si rivolge a una coppia di albanesi, salvo poi commissionare a un altro albanese l'omicidio di uno dei due che l'aveva tradito.
Tamiello e Dianese
alle pagine II e III