SANTA MARIA DEL PRATO
FELTRE Un viaggio lungo 18 anni, completato ieri con il

Venerdì 26 Giugno 2020
SANTA MARIA DEL PRATO
FELTRE Un viaggio lungo 18 anni, completato ieri con il taglio del nastro del nuovo blocco Chirurgico e della Rianimazione che diventa sede del Centro di riferimento regionale per la chirurgia oncologia gastroenterologica intitolato al medico ispiratore, Michele De Boni scomparso il 15 gennaio scorso.
Un viaggio costato complessivamente 41 milioni di euro, grazie ai quali il Santa Maria del Prato di Feltre entra nelle ristretta cerchia delle strutture ospedaliere più all'avanguardia. Un primato professionale e tecnologico, con lo sguardo già rivolto alla telemedicina e alla robotica, che sembra mettere in coda anche l'ospedale hub di Belluno che resta invece riferimento regionale per le zecche (Infettivologia). È stato inoltre uno dei 10 centri Covid regionali.
FENOMENI DA NOBEL
Una montagna di denaro dalla cui cima, ieri mattina a Feltre, il governatore Luca Zaia, più volte attaccato da quelli che ha definito «fenomeni da Nobel ignorati da Stoccolma» per aver gridato al depotenziamento della sanità bellunese, ha potuto prendersi una rivincita sul modello di sanità voluto dalla Regione. Un modello che è valso il podio nazionale, seppur amaro, nella gestione Covid dove la forza è stata la combinazione dosata tra ospedali e territorio, oltre «alla bravura del personale medico e paramedico» al quale è andato un sentito ringraziamento. Ma da buon figlio di un meccanico, come lui stesso si è definito, Zaia ha detto di non volersi accontentare. Usando una metafora ha spiegato che «il carburatore necessita ancora di qualche messa a punto».
UN GIORNO DI FESTA
Ieri per Feltre, ma per l'intera Ulss 1 Belluno Dolomiti è stato un giorno di festa, che ha coronato un percorso pieno di ostacoli come l'ha definito il direttore generale Adriano Rasi Caldogno. «E che non si dica che non si investe nella sanità di montagna», ha tuonato il direttore a termine della cerimonia, riprendendo il tema centrale dell'intervento del governatore Zaia. «Ci hanno accusato di aver privatizzato la sanità bellunese - ha detto il presidente riferendosi alle opposizioni politiche che del presunto smantellamento avrebbero fatto il loro megafono elettorale -, in realtà la sanità veneta lo è solo per il 10 per cento. La struttura pubblica per noi resta una forza insostituibile da dosare ovviamente con il privato che per noi resta uno stimolo».
IL PUBBLICO È CENTRALE
In questo quadro di collaborazione, cita anche le suore del San Camillo di Treviso alle quali, in piena emergenza Covid, aveva chiesto aiuto, ottenendo non solo la piena disponibilità, ma anche il ringraziamento per aver dato alle monache l'opportunità di misurarsi con quel quarto voto, assieme a quelli di povertà, obbedienza e castità, del poter mettere in gioco la propria vita per salvare gli altri.
Zaia cita inoltre un recente studio universitario, «mi pare della Cattolica» ha detto, che assegna alla sanità veneta un punteggio di 9,5 su 10 e dentro a questa eccellenza Belluno tiene le proprie posizioni: «Non abbiamo chiuso un solo ospedale».
AGORDINO E CADORE
Un breve richiamo ai problemi di decentramento del Cadore e dell'Agordino, tuttavia è stato fatto da un emozionato sindaco di Feltre, Paolo Perezin: «Qui si paga lo scotto di lunghe distanze - ha detto -, ecco perché è più che mai necessario ragionare in un contesto unitario». L'ospedale di Feltre, hanno ricordato i relatori, resta inoltre riferimento per l'area trentina del Primerio.
Prima di chiudere il proprio intervento, ma non da ultimo, il governatore ha voluto ricordare la figura del gastroenterologo Michele De Boni dal cui amore per la professione è nata l'idea, «già durante i funerali» di rendere il Santa Maria del Prato Centro di riferimento regionale per la chirurgia oncologica gastroenterologica.
Zaia ricorda il medico citando i Sepolcri di Foscolo, nati dalle dissertazioni con il Pindemonte e scritti tra l'altro a Treviso: «L'immortalità di ottiene facendo cose grandi nelle vita. Questo è stato De Boni». Ai famigliari presenti l'invito ad esserne orgogliosi.
Lauredana Marsiglia
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