Sanità e polemiche

Sabato 16 Dicembre 2017
L'ULTIMO ATTO
VENEZIA Ore 9.45, terzo piano del palazzo della Regione al civico 3494/A a Dorsoduro, in rio dei Tre Ponti a Venezia. È qui, nella sede della direzione Prevenzione (e successivamente anche negli ospedali di Vicenza e di Padova), che si consuma l'ultimo atto dello scontro fra Veneto e governo: su mandato di Beatrice Lorenzin, il ministro della Salute che mercoledì alla Camera ha definito «fortemente sconsigliata» e priva di «evidenze scientifiche» l'attuazione della plasmaferesi per abbattere la concentrazione nel sangue delle sostanze perfluoroalchiliche, i carabinieri del Nucleo antisofisticazioni acquisiscono tutta la documentazione riguardante la tecnica utilizzata su un campione volontario di 111 persone residenti nella zona rossa. «Attacco politico», tuona la Lega Nord; «Pasticcio vergognoso», replica il Partito Democratico.
IL BLITZ
All'ora in cui i due militari del Nas di Treviso (su delega dei colleghi di Roma) varcano la soglia degli uffici regionali, la responsabile Francesca Russo non c'è: sta andando a Padova, proprio per presentare i risultati della terapia, insieme al direttore generale dell'area Sanità e Sociale Domenico Mantoan, nonché ad Alberta Alghisi e Giustina De Silvestro, a capo rispettivamente della Medicina Trasfusionale di Vicenza e di Padova. Per questo gli ufficiali di polizia giudiziaria la contattano telefonicamente, ricostruendo le tappe della vicenda e quindi acquisendo le relative carte.
I DOCUMENTI
Il materiale viene classificato in otto capitoli. Primo: la delibera del 23 dicembre 2016, con cui la giunta approva il piano di sorveglianza sanitaria sulla popolazione e il piano di monitoraggio degli alimenti, accompagnato dalle note di trasmissione al ministero della Salute e all'Istituto superiore di sanità del 13 gennaio 2017. Secondo: il parere del Comitato regionale per la bioetica, del 24 maggio 2017, sul piano di sorveglianza sanitaria. Terzo: la delibera dello scorso 13 giugno, con cui Palazzo Balbi approva il secondo livello del protocollo di screening, con la nota di trasmissione al ministero del 4 luglio. Quarto: la delibera del 22 agosto, con cui la giunta modifica parzialmente la precedente. Quinto: le due note informative, consegnate dagli ospedali ai pazienti sottoposti al trattamento. Sesto: il documento di sintesi del 18 settembre 2017, con cui la direzione Prevenzione indica la plasmaferesi, con le relative note di invio al ministero e all'Iss. Settimo: il parere del Comitato per la bioetica sulla terapia. Ottavo: l'email inoltrata giovedì dalla Regione alle aziende sanitarie, con l'annuncio dell'illustrazione dei risultati di ieri.
LA NOTIZIA
È proprio nella sede padovana dell'Azienda Zero, dov'è in corso la conferenza stampa, che rimbalza la notizia del blitz. Russo rientra a Venezia, mentre Alghisi e De Silvestro tornano nei rispettivi ospedali, per consegnare copia delle cartelle cliniche riguardanti i pazienti trattati. Mantoan commenta così l'episodio: «Siamo sorpresi, perché tutto quanto riguarda la vicenda Pfas è stato reso noto con tempestività e trasparenza alle istituzioni competenti e alla magistratura e pubblicato sul sito web della Regione. Non occorreva scomodare i Nas, bastava ci chiedessero e avremmo inviato tutto senza alcun problema».
LE REAZIONI
Fabrizio Boron, presidente leghista della commissione regionale Sanità, è caustico: «Dopo i vaccini e il declassamento, questo è un nuovo attacco politico del governo al Veneto, per tentare di screditarlo a tre mesi dalle elezioni e a poche settimane dalla firma dell'intesa sull'autonomia». Alessia Rotta, deputata dem che insieme a Giulia Narduolo aveva presentato l'interrogazione al ministro Lorenzin, è perentoria: «Si eviti di buttarla in politica, a noi sta solo a cuore la salute dei veneti e dovrebbe essere interesse anche della Regione avere la certezza scientifica che quella pratica non fa male». I consiglieri regionali di centrosinistra Cristina Guarda e Andrea Zanoni parlano di «sconsideratezza». Il senatore centrista Antonio De Poli invita le parti alla chiarezza: «No al ping- pong di responsabilità sulla pelle dei cittadini». Il pentastellato Manuel Brusco, presidente della commissione regionale Pfas, critica tutti: «I veneti sono presi in mezzo fra un governo ridicolo e una Regione che non è in grado di dare risposte definitive».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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