SAN DONA' DI PIAVE
I bengalesi fanno parte tutti di uno stesso volo, per cui

Giovedì 9 Luglio 2020
SAN DONA' DI PIAVE I bengalesi fanno parte tutti di uno stesso volo, per cui
SAN DONA' DI PIAVE
I bengalesi fanno parte tutti di uno stesso volo, per cui il problema è stato contenuto e tutti sono sotto controllo. Gli imprenditori stanno facendo bene la loro parte. Non c'è alcuna preoccupazione, i turisti possono continuare a venire al mare in sicurezza. Sarebbe auspicabile che si facessero dei controlli più severi agli ingressi degli stranieri, negli aeroporti. Sintesi del Nicolardi-pensiero. Il direttore del dipartimento di prevenzione dell'Ulss4, Luigi Nicolardi, è intervenuto in merito ai nuovi contagi lungo la costa, che ha visto prima la turista austriaca e poi il gruppo di sette cittadini del Bangladesh destinati alle strutture ricettive del litorale.
LE RASSICURAZIONI
«E dove non sono mai arrivati, perché sono stati intercettati prima», ha voluto sottolineare Nicolardi, per mesi impegnato nell'emergenza sanitaria con il suo dipartimento ed ora in prima linea anche per tutto quello che riguarda i controlli. «Siamo ancora nella condizione di circolazione del virus ammonisce Nicolardi per cui dobbiamo continuare a rispettare tutte le norme necessarie. Non puntiamo il dito contro la comunità bengalese, perché non è quello il problema: ci sono altre nazionalità sotto sorveglianza. Ognuno deve fare la propria parte per quanto riguarda i controlli; da parte nostra seguiamo scrupolosamente le indicazioni che ci vengono date dalla Regione».
Il direttore del dipartimento di prevenzione conferma che i cittadini bengalesi risultati positivi sono sette, non si segnalano altri casi. «È il gruppo arrivato assieme, con lo stesso volo; sono sette, tutti in isolamento a casa, dove abbiamo già proceduto ad ulteriori verifiche nelle loro abitazioni. Tutto è sotto controllo e le cose stanno andando bene. Va precisato che queste persone, arrivate a Jesolo per lavorare, non hanno mai iniziato, proprio perché sono state intercettate prima. Questa è una cosa buona, significa che il sistema ha funzionato e continua a funzionare. Naturalmente ci metteremo sempre più attenzione e se c'è qualcosa da aggiustare lo faremo».
Per Nicolardi il fatto che ci siano casi soprattutto a Jesolo è legato anche ai grandi numeri di persone che arrivano nella cittadina balneare veneziana. «Direi che non è un dato allarmante: su grandi numeri ci può stare. Poi in questo caso ci troviamo di fronte a sette persone della stessa etnia e che sono arrivate con lo stesso volo, quindi non si può parlare di problema di quei cittadini. Nel caso della turista austriaca, è una persona arrivata probabilmente già infetta. Il monitoraggio ed i controlli vengono comunque fatti in tutta la costa: a tale riguardo siamo in ottimi rapporti con le istituzioni, con i sindaci e la sorveglianza è fatta ad ampio raggio. Per quanto riguarda la comunità bengalese, stiamo verificando se c'è un referente, perché ci agevolerebbe. Grande collaborazione è garantita anche dagli imprenditori e dalle associazioni di categoria: i controlli che eseguiamo quotidianamente lo testimoniano».
CONTROLLI
Il direttore sottolinea, però, quella che sembra una mancanza a monte. «I controlli a monte devono essere fatti: è il primo step e sono importanti. Farli negli aeroporti è un vantaggio per tutti». Nicolardi ammonisce, infine, anche i ragazzi e alla loro voglia di fare festa e di ritrovarsi per gli aperitivi. «C'è ancora circolazione virale, per qui vanno mantenuti i comportamenti di attenzione di sempre». Nei giorni scorsi il direttore generale, Carlo Bramezza, aveva annunciato controlli a tappeto su tutte le strutture di ristorazione e turistico alberghiere della costa veneziana per verificare che le indicazioni delle misure comportamentali previste dai decreti ministeriali e recepite dalla Regione, vengano effettivamente rispettate.
Fabrizio Cibin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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