TABELLA DI MARCIA
PORDENONE E adesso ci sarà da pedalare, perché dopo l'annuncio della vendita inizia tutto un altro capitolo, non privo di ostacoli. Primo, per vedere il nuovo Amman ci vorranno anni. «Uno per il progetto - spiega l'assessore Cristina Amirante - da cinque a dieci per il completamento dei lavori». Ma la tabella di marcia inizia adesso. A breve, infatti, ci sarà un incontro ufficiale tra il Comune e la nuova proprietà, «per gettare le basi progettuali e avviare la collaborazione». Sì, perché l'amministrazione non sparirà dal futuro dell'Amman dopo aver stappato lo champagne per la vendita all'asta. «Resteremo innanzitutto a garanzia del verde e del rispetto della storia dei luoghi», ha aggiunto Amirante. In realtà, ben prima del cantiere, c'è da lavorare in sede pubblica per rendere la rivoluzione possibile, dal momento che oggi le difficoltà supererebbero i benefici dell'investimento. La variante del 2014, infatti, permetterebbe pochissime opere di recupero. Ecco perché un nuovo documento urbanistico deve essere licenziato in fretta dall'amministrazione Ciriani. Sarà il passaporto per cambiare la destinazione del sito e farla diventare mista, un passaggio chiave per qualsiasi investimento privato finalizzato al recupero. «Noi - Cristina Amirante abbiamo inserito l'area nella parte strategica alla variante del piano regolatore. Ora si apre la delicata e fondamentale partita di contemperare le legittime e naturali esigenze del privato con la nostra idea di sviluppo urbanistico. Ma, alla luce degli incontri già avuti, siamo fiduciosi sul negoziato e sulla possibilità che quell'area diventi un gioiello dal punto di vista residenziale e dei servizi per la città». Riguardo all'esondabilità dell'area, Amirante precisa che «ci siamo interessati con l'autorità di bacino per capire se fosse percorribile un progetto che non creasse un argine, una muraglia, ma facesse entrare le acque in modo controllato all'interno del sito. La risposta è stata affermativa, anche perché in linea con il nuovo piano di bacino». Saranno quindi create delle casse di espansione per controllare le ondate di piena del Noncello.
Il Comune si occuperà anche delle opere di urbanizzazione, quindi marciapiedi e piste ciclabili.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA PORDENONE E adesso ci sarà da pedalare, perché dopo l'annuncio della vendita inizia tutto un altro capitolo, non privo di ostacoli. Primo, per vedere il nuovo Amman ci vorranno anni. «Uno per il progetto - spiega l'assessore Cristina Amirante - da cinque a dieci per il completamento dei lavori». Ma la tabella di marcia inizia adesso. A breve, infatti, ci sarà un incontro ufficiale tra il Comune e la nuova proprietà, «per gettare le basi progettuali e avviare la collaborazione». Sì, perché l'amministrazione non sparirà dal futuro dell'Amman dopo aver stappato lo champagne per la vendita all'asta. «Resteremo innanzitutto a garanzia del verde e del rispetto della storia dei luoghi», ha aggiunto Amirante. In realtà, ben prima del cantiere, c'è da lavorare in sede pubblica per rendere la rivoluzione possibile, dal momento che oggi le difficoltà supererebbero i benefici dell'investimento. La variante del 2014, infatti, permetterebbe pochissime opere di recupero. Ecco perché un nuovo documento urbanistico deve essere licenziato in fretta dall'amministrazione Ciriani. Sarà il passaporto per cambiare la destinazione del sito e farla diventare mista, un passaggio chiave per qualsiasi investimento privato finalizzato al recupero. «Noi - Cristina Amirante abbiamo inserito l'area nella parte strategica alla variante del piano regolatore. Ora si apre la delicata e fondamentale partita di contemperare le legittime e naturali esigenze del privato con la nostra idea di sviluppo urbanistico. Ma, alla luce degli incontri già avuti, siamo fiduciosi sul negoziato e sulla possibilità che quell'area diventi un gioiello dal punto di vista residenziale e dei servizi per la città». Riguardo all'esondabilità dell'area, Amirante precisa che «ci siamo interessati con l'autorità di bacino per capire se fosse percorribile un progetto che non creasse un argine, una muraglia, ma facesse entrare le acque in modo controllato all'interno del sito. La risposta è stata affermativa, anche perché in linea con il nuovo piano di bacino». Saranno quindi create delle casse di espansione per controllare le ondate di piena del Noncello.
Il Comune si occuperà anche delle opere di urbanizzazione, quindi marciapiedi e piste ciclabili.
M.A.
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