«Ritornano gli opposti estremismi ma gli anni 70 restano lontani»

Giovedì 22 Febbraio 2018
«Ritornano gli opposti estremismi ma gli anni 70 restano lontani»
«Mi sorprendo che ci si sorprenda di questa violenza politica che ci porta indietro di 40 anni. L'Italia nel 900 ha inventato ed esportato il fascismo e costruito il più grande partito comunista dell'Occidente. Possiamo quasi dire che fascismo e comunismo siano consustanziali alla nostra storia». Claudio Martelli guarda al riesplodere di scontri e pestaggi di varia matrice con l'occhio del vicepremier e ministro della Giustizia negli anni ancora di piombo. «Questi sono gli epigoni degli opposti estremismi che hanno insanguinato la storia italiana negli ultimi decenni, che speculano su conflitti e disagi sociali e sono mossi dall'ambizione di imporsi con la presenza fisica e l'intimidazione, ma con l'aria di chi protegge il popolo vessato dalle banche, dagli industriali cattivi ed egoisti e soprattutto dalla globalizzazione».
Questi opposti estremismi a volte si toccano?
«Sì, e il punto in cui si toccano è la contiguità tra l'inalberare valori nazionali e il rappresentare gli esclusi, i poveri. Ciò che più inquieta è questa sostituzione della rappresentanza: la destra più aggressiva s'intesta la difesa del popolo, mentre la sinistra è accusata di fare corpo con le élite. Ciascuno fa il mestiere dell'altro, questo il rovesciamento: ma a guardarlo meglio, già nel 900 in Italia e Germania il nazismo era nazional-socialista e il fascismo era socialista».
Ci troviamo di fronte a vere ideologie o a comportamenti?
«Nelle parole dei capi di Casapound e Forza Nuova è tutto un trescare con il fascismo che dicono non c'è più. Però, dicono, ci sono idee importanti, un messaggio che va recuperato, l'interventismo e il ruolo dello Stato nel sostegno a imprese e lavoratori, del resto Mussolini era socialista. Parlano in sostanza di nazional-socialismo, cioè di nazismo. Ma forse, anche più violenti di loro sono gli antagonisti, i picchiatori di carabinieri».
A sinistra c'è un proliferare di sigle
«Sì. Rivivono gli opposti estremismi, senza ancora la forza dirompente che ebbero negli anni '70 e '80 o prima, con la strategia della tensione. Ancora ne siamo lontani per fortuna. Ma si sentono questo rumore di manganelli e queste chiacchiere un po' insulse e un po' pericolose, perché la violenza comincia sempre con le parole e le parole più violente per la verità le sento dalla parte antifascista. L'antifascismo è una cosa serissima e importante, questo è l'antifascismo dei gruppuscoli che cercano lo scontro di strada e lo provocano».
Che cosa la allarma di più?
«L'incapacità di superare il passato e uscire dalle categorie, dalle strettoie e dai nodi scorsoi del 900. È mai possibile insomma che il popolo venga sempre rivendicato e vendicato dagli estremisti? C'è una crisi tremenda alle spalle, che ha causato sofferenze gravissime a una parte importante del nostro popolo. Ci sono responsabilità di governo e di opposizione nel non aver saputo governare l'immigrazione evitando i meccanismi di rigetto. Eppure è bastato un ministro bravo e intelligente come Minniti per capire che si può cambiar musica sull'immigrazione irregolare e che uno Stato ha il diritto di tutelare le proprie frontiere».
Occorrono nuove leggi?
«No. In una settimana degli anni '70 accadeva di peggio. Si sbarravano' e rompevano le teste, a volte si sparava. Noi ne siamo lontani. E mi pare che rispetto a Francia e Germania, pure gli episodi di antisemitismo siano di meno. Anche quella è una chiave per capire».
Marco Ventura
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci