Ristorazione sull'orlo di una crisi di nervi. Il provvedimento governativo della

Lunedì 26 Ottobre 2020
Ristorazione sull'orlo di una crisi di nervi. Il provvedimento governativo della chiusura alle 18 imposta dall'ultimo Dpcm a bar, osterie e ristoranti rischia di affondare l'intera categoria. Basta cene, almeno per un mese, e con l'attuale crisi economica che continua a mordere, il futuro è sempre più nero. Monta dunque inevitabile la rabbia dei ristoratori: «Questa è la disfatta di Caporetto -afferma Giacomo Benvegnù dell'Incontro di Treviso- ho accettato e capito la chiusura precedente, non questa, non c'è rispetto per la nostra categoria». Gli fa eco Guido Albertini: «Si lavora con le cene, perderemo il 90% del lavoro, così non si va da nessuna parte». Durissimo anche Alfredo Sturlese di Toni dal Spin: «È come metterci in una bara, l'asporto non ci salverà». Ma quello di ieri è stato il giorno della rabbia anche per le categorie cittadine: le categorie del commercio prendono le distanze dal Governo e lo fanno in maniera netta. Pozza: «È un lockdown camuffato che avrà ripercussioni su famiglie e imprese». Dure anche Fipe, Ascom, Casartigiani e Confagricoltura mentre Imprese Unite ha organizzato per le 18 di oggi un sit-in di protesta in piazza dei Signori davanti alla Prefettura.
Miriade e Filini
alle pagine II e III
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