Riciclaggio, Vazzoler non patteggia e va a giudizio

Mercoledì 19 Dicembre 2018
Riciclaggio, Vazzoler non patteggia e va a giudizio

SAN DONA' DI PIAVE
L'ex dentista di San Donà di Piave, Alberto Vazzoler, agli arresti domiciliari a casa dei genitori per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro sporco, non potrà più patteggiare la sua pena. Il pubblico ministero Roberto D'Angelo, titolare delle indagini, lo ha citato direttamente in giudizio per il prossimo 9 di gennaio. Intanto si è aperto un secondo fascicolo, con l'obiettivo di individuare tutti i clienti del finanziere veneziano e dei suoi soci in affari.
L'ITER PROCESSUALE
A Vazzoler era stata data la possibilità di patteggiare due anni di reclusione, se avesse rinunciato ai suoi beni posti sotto sequestro e avesse versato nelle casse dello Stato 2 milioni e mezzo di euro. Ma l'ex dentista non ha mollato e al magistrato ha mostrato denti e unghie, facendo capire che non ha alcuna intenzione di rinunciare al suo tesoro. Si tratta di un attico in piazza della Frutta a Padova e di un altro a Jesolo nelle torri Drago. Quindi di macchine di lusso, come una Maserati. Così alla fine il sostituto procuratore lo ha direttamente citato in giudizio per il prossimo 9 di gennaio. Di fatto il finanziere di San Donà di Piave affronterà la sbarra. Andranno a patteggiare invece i suoi due complici, il bergamasco Marco Remo Suardi e lo svizzero Albert Damiano. I due saranno davanti al Gup Cristina Cavaggion il prossimo 25 di gennaio. Ha chiesto di patteggiare anche l'ex compagna del finanziere, la padovana Elena Manganelli Di Rienzo rientrata a Dubai negli Emirati Arabi Uniti dove vive con il marito e a breve darà alla luce un bambino. Rimangono invece ancora nell'inchiesta l'attuale compagna di Vazzoler, Silvia Moro residente a Roncade in provincia di Treviso e l'avvocato croato Zelijko Dubravko detto Druga.
LE INDAGINI
Intanto è stato aperto un nuovo fascicolo. Gli inquirenti vogliono identificare tutti i clienti dell'ex dentista veneziano e dei suoi soci in affari. L'obiettivo è sapere chi sono e quanto denaro sporco hanno chiesto al finanziere di riciclare. Al momento gli investigatori avrebbero i nomi di solo tre imprenditori: due di Milano e uno di Catania. Gli uomini della Finanza sono a caccia di industriali con la necessità di fare tornare puliti milioni di euro, tutti soldi frutto di una attività illecita. Il loro reato è tributario penale, come l'omesso versamento dell'Iva e la mancata dichiarazione dei redditi.
I FATTI
Secondo quanto ricostruita dagli investigatori, Alberto Vazzoler 52 anni, ex dentista, e i suoi complici, facevano partire bonifici dalle banche svizzere verso società fittizie nella Repubblica Ceca e Slovacca, per l'acquisto di lingotti d'oro. Poi altri bonifici venivano inviati a società con sede a Dubai. Qui, Elena Manganelli Di Rienzo riscuoteva in contanti il denaro e lo spediva di nuovo in Svizzera, a disposizione dei clienti dell'organizzazione. Vazzoler e i suoi trattenevano una percentuale tra il 5 e il 10 per cento. Avrebbero bonificato almeno 46 milioni di euro. I loro affari si sono impennati nel 2015 dopo la firma del protocollo d'intesa fra Italia e Svizzera che ha fatto cadere il segreto bancario. Adesso i militari delle Fiamme gialle hanno in mano tutta la verità.
Marco Aldighieri
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Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 10:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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