Pozzuoli, ipotesi choc: il cratere non recintato

Giovedì 14 Settembre 2017
Il fascicolo conoscitivo della Procura di Napoli si è trasformato in poche ore in un'inchiesta con una precisa ipotesi di reato. Prende corpo il lavoro degli inquirenti, che dovranno accertare cause ed eventuali responsabilità della morte, due giorni fa, di Massimiliano Carrer, la moglie Tiziana Zaramella e il loro primo figlio undicenne Lorenzo all'interno della Solfatara di Pozzuoli. È l'omicidio colposo plurimo per inosservanza di norme sulla sicurezza sul lavoro la traccia su cui lavorano i magistrati della sesta sezione (lavoro e colpe professionali), coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio.
Entro la fine della settimana saranno inviati degli avvisi di garanzia, per consentire una serie di adempimenti che presuppongono la presenza dei difensori di parti lese e potenziali responsabili. A cominciare dalle autopsie delle tre vittime, che verranno eseguite al Secondo Policlinico di Napoli. Quando saranno nominati i medici legali con la data delle operazioni, scatteranno gli avvisi. E poi, quasi sicuramente, la Procura nominerà dei consulenti tecnici, esperti di geologia e vulcanologia.
L'intera area dove si trova la voragine assassina, profonda due metri e 80 centimetri, dove sono cadute e morte le vittime è sotto sequestro giudiziario. Dalle prime testimonianze raccolte dagli inquirenti, sembra che la buca, a ridosso della zona della Fangaia, sia comparsa la mattina della tragedia e si sia aggiunta ad un'altra simile apparsa due giorni prima. A caldo, era circolata la voce che della comparsa delle due nuove buche fosse stato avvisato subito l'Osservatorio vesuviano, che monitora l'intera area vulcanica. Ma la direttrice, Francesca Bianco, smentisce: «Della comparsa delle due nuove voragini negli ultimi tre giorni, nessuno ci ha informati». L'accesso a pagamento e la gestione interna sono invece a cura della società privata Vulcano Solfatara srl, espressione delle famiglie Angarano e Di Salvo proprietarie del vulcano.
Erano segnalati a sufficienza i pericoli ai visitatori? All'ingresso vengono consegnate mappe del sito, lungo il tracciato ci sono due aree recintate da staccionate in legno, che non si possono oltrepassare. I turisti accompagnati da guide hanno la garanzia di essere sorvegliati da persone che conoscono il percorso. Ma si può anche visitare il vulcano senza guida, a proprio rischio. C'è personale a sufficienza in grado di allontanare chi si avvicina troppo alle parti del terreno con alta temperatura o con esalazioni di anidride carbonica mortali? Su questo, ruoteranno le verifiche degli inquirenti, anche raccogliendo le testimonianze dei turisti presenti al momento della tragedia. Quasi sicuramente verranno sentiti come testi pure gli assistenti sociali e gli psicologi che hanno assistito il piccolo Alessio, di sette anni, testimone più vicino alla tragedia.
Sembra che la voragine assassina non fosse all'interno dell'area recintata, ma lungo il percorso libero. Era segnalata solo da una catena di ferro a terra e Lorenzo vi si sarebbe avvicinato per fotografarne il fondo. Si sarebbe sporto e il terreno sarebbe franato inghiottendolo in un cilindro impregnato di anidride carbonica. Dietro Lorenzo, si sarebbe gettato il padre per riportarlo fuori e poi la madre. In pochi attimi, sono morti tutti e tre sotto gli occhi di Alessio. Una nuova ricostruzione che appare in contrasto con quella semi-ufficiale del giorno prima, che descriveva il superamento della recinzione vietata, che Lorenzo avrebbe deciso per avvicinarsi alla voragine. Così, diventa fondamentale accertare se la buca mortale fosse stata segnalata in maniera adeguata.
Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha annunciato l'istituzione di una commissione d'indagine amministrativa per «verificare le condizioni di sicurezza dei luoghi privati aperti al pubblico». Nel frattempo, mentre l'inchiesta fa i primi passi e l'area circostante alla tragedia è sotto sequestro giudiziario per le verifiche e i sopralluoghi necessari, la Solfatara è chiusa al pubblico a tempo indeterminato.
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