I TIMORI
PORDENONE La notizia è rimbalzata dal Veneto, e in particolare dalla stanza dei bottoni della Regione, dove dopo la rielezione a presidente di Luca Zaia si ragiona sul futuro della sanità. E dei manager chiamati a dirigerla. Sono tredici, in Veneto, i direttori generali di Ulss e Aziende sanitarie che termineranno il mandato il 31 dicembre. E tra i papabili successori è spuntato anche il nome di Joseph Polimeni, attuale dg dell'AsFo. «Non commento speculazioni, sono nelle graduatorie solamente perché ne ho i requisiti», ha tagliato corto commentando l'indiscrezione. Ma la possibilità che Polimeni, dg dell'AsFo dal 1 gennaio, possa già lasciare l'incarico in un periodo così delicato, ha destato preoccupazione tra le forze politiche. A chiedere spiegazioni, ad esempio, è stato il consigliere regionale del Pd, Nicola Conficoni. «Per la sanità pordenonese - ha scritto - continua a non esserci pace, arranca nel ritorno alla normalità, con liste d'attesa poco trasparenti, punti di prelievo periferici con orari da lockdown e difficoltà a prenotare le visite mediche sportive. E ora anche la presunta fuga del direttore Polimeni, sotto la lente della Sanità veneta per la dirigenza dell'Azienda ospedaliera di Padova». A dirlo è appunto il consigliere regionale del Pd, Nicola Conficoni, componente della commissione Salute, commentando la situazione della sanità del Friuli Occidentale. «L'assessore Riccardi chiarisca se davvero il direttore generale dell'AsFo Joseph Polimeni ha fatto domanda per assumere la guida di un'azienda sanitaria veneta ed è intenzionato a lasciare la Destra Tagliamento nonostante sia legato al Ssr da un contratto quinquennale» chiede il consigliere dem.
«Visto il suo curriculum, quando si è insediato avevamo paventato il rischio che potesse abbandonare anzitempo il Friuli Occidentale ma non immaginavamo che durante l'emergenza covid potesse già essere alla ricerca di una nuova collocazione. Se l'indiscrezione fosse confermata, l'Asfo sarebbe costretta a cambiare direttore generale per la quarta volta nel giro di un anno, in un momento di particolare stress anche legato alla carenza di personale e all'aumento dei reparti privi di primario titolare che nell'ultimo anno sono saliti a 22».
Inoltre, aggiunge Conficoni, «l'azienda non solo non ha reso noto un piano di recupero delle prestazioni arretrate interrotte durante il lockdown ma non pubblica nemmeno il report aggiornato sulle liste di attesa e ha posticipato, inoltre, di un altro mese il ritorno alla normalità dei centri periferici per il prelievo del sangue di Torre e Villanova, aperti solo due giorni la settimana». Secondo Conficoni, «dallo sfratto delle associazioni dalla sede di villa Carinzia, allo smantellamento dell'Rsa di Sacile, molte sono le contestate decisioni assunte che hanno creato una frattura con il territorio. Qualora il Direttore generale non dovesse lasciare l'azienda, comunque riteniamo indispensabile un cambio di passo dell'iniziativa in grado di soddisfare meglio la domanda di salute dei cittadini e di superare il palpabile malcontento che si respira tra gli operatori sanitari, confermato dalle recenti dimissioni anticipate rassegnate dal dottor Spaziante. Invece di perdere pezzi, l'Asfo deve diventare più attrattiva non solo investendo in strutture e tecnologie ma anche nelle risorse umane».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA PORDENONE La notizia è rimbalzata dal Veneto, e in particolare dalla stanza dei bottoni della Regione, dove dopo la rielezione a presidente di Luca Zaia si ragiona sul futuro della sanità. E dei manager chiamati a dirigerla. Sono tredici, in Veneto, i direttori generali di Ulss e Aziende sanitarie che termineranno il mandato il 31 dicembre. E tra i papabili successori è spuntato anche il nome di Joseph Polimeni, attuale dg dell'AsFo. «Non commento speculazioni, sono nelle graduatorie solamente perché ne ho i requisiti», ha tagliato corto commentando l'indiscrezione. Ma la possibilità che Polimeni, dg dell'AsFo dal 1 gennaio, possa già lasciare l'incarico in un periodo così delicato, ha destato preoccupazione tra le forze politiche. A chiedere spiegazioni, ad esempio, è stato il consigliere regionale del Pd, Nicola Conficoni. «Per la sanità pordenonese - ha scritto - continua a non esserci pace, arranca nel ritorno alla normalità, con liste d'attesa poco trasparenti, punti di prelievo periferici con orari da lockdown e difficoltà a prenotare le visite mediche sportive. E ora anche la presunta fuga del direttore Polimeni, sotto la lente della Sanità veneta per la dirigenza dell'Azienda ospedaliera di Padova». A dirlo è appunto il consigliere regionale del Pd, Nicola Conficoni, componente della commissione Salute, commentando la situazione della sanità del Friuli Occidentale. «L'assessore Riccardi chiarisca se davvero il direttore generale dell'AsFo Joseph Polimeni ha fatto domanda per assumere la guida di un'azienda sanitaria veneta ed è intenzionato a lasciare la Destra Tagliamento nonostante sia legato al Ssr da un contratto quinquennale» chiede il consigliere dem.
«Visto il suo curriculum, quando si è insediato avevamo paventato il rischio che potesse abbandonare anzitempo il Friuli Occidentale ma non immaginavamo che durante l'emergenza covid potesse già essere alla ricerca di una nuova collocazione. Se l'indiscrezione fosse confermata, l'Asfo sarebbe costretta a cambiare direttore generale per la quarta volta nel giro di un anno, in un momento di particolare stress anche legato alla carenza di personale e all'aumento dei reparti privi di primario titolare che nell'ultimo anno sono saliti a 22».
Inoltre, aggiunge Conficoni, «l'azienda non solo non ha reso noto un piano di recupero delle prestazioni arretrate interrotte durante il lockdown ma non pubblica nemmeno il report aggiornato sulle liste di attesa e ha posticipato, inoltre, di un altro mese il ritorno alla normalità dei centri periferici per il prelievo del sangue di Torre e Villanova, aperti solo due giorni la settimana». Secondo Conficoni, «dallo sfratto delle associazioni dalla sede di villa Carinzia, allo smantellamento dell'Rsa di Sacile, molte sono le contestate decisioni assunte che hanno creato una frattura con il territorio. Qualora il Direttore generale non dovesse lasciare l'azienda, comunque riteniamo indispensabile un cambio di passo dell'iniziativa in grado di soddisfare meglio la domanda di salute dei cittadini e di superare il palpabile malcontento che si respira tra gli operatori sanitari, confermato dalle recenti dimissioni anticipate rassegnate dal dottor Spaziante. Invece di perdere pezzi, l'Asfo deve diventare più attrattiva non solo investendo in strutture e tecnologie ma anche nelle risorse umane».
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