Piccoli Comuni più cari «Uniti per risparmiare»

Martedì 22 Giugno 2021
LA MAPPA
BELLUNO Potrebbe partire proprio da Belluno il disegno della Regione incentrato sul rilancio dell'unione e della fusione dei comuni. I benefici che ne derivano, uno su tutti la diminuzione delle tasse, sono tutt'altro che secondari. Ma al di là delle conseguenze più o meno positive derivanti da un'operazione di questo tipo, bisogna specificare che il Veneto è al secondo posto in Italia per numero di comuni e più della metà (il 51%) ha meno di 5mila abitanti. Circa un quarto, invece, non raggiunge i 3mila. Una larga fetta di questi appartiene al Bellunese dove si contano addirittura 17 comuni con meno di mille anime. Solo due, Belluno e Feltre, superano i 20mila abitanti. Mentre la maggior parte di quelli che restano non raggiungono le 10mila persone.
IN REGIONE
Il dato sui piccoli comuni assume particolare rilevanza se si pensa che sono chiamati ad amministrare il 15% della popolazione veneta e più del 40% dell'estensione territoriale regionale, con l'aggravante che il loro territorio è spesso caratterizzato da elevato rischio idro-geologico e dalla presenza di tutti i fattori di rischio tipici dei territori montani o pedemontani. Ne è un esempio la provincia di Belluno: territorio vasto, enormi difficoltà, comuni molto piccoli. Diciassette di questi, su 61, non arrivano nemmeno a mille abitanti. In ordine crescente sono: Zoppè di Cadore (solo 193 cittadini), Ospitale, Colle Santa Lucia, Soverzene, Cibiana, Perarolo, San Nicolò, Danta, Vallada e Selva di Cadore. Fin qui, si tratta di comuni che hanno meno di 500 abitanti. Poi troviamo Gosaldo, Lorenzago, Rivamonte, San Tomaso, Vodo, Voltago, Borca. Nessun'altra provincia veneta ha una concentrazione così elevate di piccoli comuni: 10 a Vicenza, 5 a Verona, 4 a Rovigo, 2 a Padova, 1 a Treviso, 0 a Venezia. Proseguendo con l'analisi della provincia di Belluno ci si imbatte in 26 comuni che hanno tra i 1001 e i 3000 abitanti e 8 dai 3.001 ai 5mila. Arriviamo a scoprire, in questo modo, che 51 comuni su 61 (quindi la maggior parte) contano meno di 5mila anime. Infine ce ne sono 6 che hanno dai 5001 ai 10mila abitanti. Due da 10.001 a 20mila (Sedico con 10.217 e Borgo Valbelluna con 13.407) e altri due da 20.001 a 50mila (Feltre con 20.337 e Belluno 35.505). La media, nella provincia dolomitica, si ferma 3.300 abitanti per comune.
COME È CAMBIATA LA CARTINA
Negli ultimi anni, tenuto conto anche del distacco di Sappada dalla provincia di Belluno e dal Veneto, la composizione demografica dei comuni si è modificata in maniera apprezzabile. La riduzione è visibile soprattutto nelle province di Belluno e Vicenza, ma in generale i piccoli e piccolissimi comuni, sotto i 3mila abitanti, sono passati da 197 a 179 (- 18). Dal 2013 al 2020 il Bellunese ne ha persi 8: sette anni fa Quero e Vas sono diventati Quero-Vas (3.149 abitanti); nel 2014 Castellavazzo è stato assorbito da Longarone (5.172); nel 2016 Forno di Zoldo e Zoldo Alto hanno dato vita alla Val di Zoldo (2951), mentre Farra, Pieve e Puos al comune di Alpago (6791). Infine, nel 2019, Mel, Lentiai e Trichiana sono diventati Borgo Valbelluna (13.515). In 7 anni i comuni bellunesi sono scesi da 69 a 61. Cosa accadrà in futuro? Difficile fare un pronostico. Ma è chiaro che alcune realtà, come ad esempio Zoppè di Cadore che ha meno di 200 abitanti, faranno fatica a resistere al processo di unioni e fusioni già in atto. L'obiettivo della Regione è far capire ai piccoli comuni che i vantaggi sono superiori alle perdite. «Occorre coniugare identità ed efficienza amministrativa ha spiegato Francesco Calzavara, assessore regionale agli Enti Locali mettersi insieme comporta meno tasse e più investimenti: è questo che dobbiamo spiegare ai cittadini». Davide Piol
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