«La manifestazione di Torino è un fatto nuovo e potente per chiunque in Italia voglia uscire dalla politica dei no».
A questo punto la Tav si farà, presidente Chiamparino?
«Il governo deve smetterla di menar il can per l'aia. C'è chi dice che decideranno a novembre, a Natale, a gennaio. E' ora di finirla. Con la manifestazione di Torino la società italiana, in particolare quella del Nord, ha dimostrato di volere sviluppo sostenibile: cioè infrastrutture che diano al Paese nuovi spazi di crescita senza aumento dell'inquinamento. Con la Tav spostiamo su ferro una parte delle merci trasportate su gomma».
Come se ne può uscire?
«Il tunnel di base non va più messo in discussione, tra l'altro i francesi ne hanno già scavato chilometri. Abbiamo già fatto due revisioni del tratto fra Torino e Susa. Dico ai 5Stelle: discutiamo insieme se vale la pena fare una terza piccola revisione. Ma il tunnel di base facciamolo partire senza perder tempo: è prioritario».
Perché?
«Nel 2019 per la Tav possono partire appalti per 5 miliardi, si tratta di gare internazionali. E' già tutto pronto. Mi chiedo: visto che il governo punta ad una crescita del Pil dell'1,5% è serio cincischiare su 5 miliardi?».
Cosa suggerirebbe ai 5Stelle?
«Se l'Appendino vuole essere sindaca di tutti dovrebbe farsi interprete dell'esigenza potente espressa da Torino».
E alla Lega?
«È il partito guida del governo, aderire alla manifestazione significa mettersi il vestito buono per la festa. E poi?».
È corretto paragonare la manifestazione di sabato e quella dei 40.000 del 1980?
«All'epoca tutti a sinistra capirono che bisognava cambiare registro sul tema del lavoro. La manifestazione di sabato è stata molto più interclassista. E ne ho apprezzato la serenità quasi olimpica, quella che scatta quando sai di interpretare un bisogno diffuso. Un bisogno sul quale da sempre ho cercato di sintonizzarmi».
Diodato Pirone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA A questo punto la Tav si farà, presidente Chiamparino?
«Il governo deve smetterla di menar il can per l'aia. C'è chi dice che decideranno a novembre, a Natale, a gennaio. E' ora di finirla. Con la manifestazione di Torino la società italiana, in particolare quella del Nord, ha dimostrato di volere sviluppo sostenibile: cioè infrastrutture che diano al Paese nuovi spazi di crescita senza aumento dell'inquinamento. Con la Tav spostiamo su ferro una parte delle merci trasportate su gomma».
Come se ne può uscire?
«Il tunnel di base non va più messo in discussione, tra l'altro i francesi ne hanno già scavato chilometri. Abbiamo già fatto due revisioni del tratto fra Torino e Susa. Dico ai 5Stelle: discutiamo insieme se vale la pena fare una terza piccola revisione. Ma il tunnel di base facciamolo partire senza perder tempo: è prioritario».
Perché?
«Nel 2019 per la Tav possono partire appalti per 5 miliardi, si tratta di gare internazionali. E' già tutto pronto. Mi chiedo: visto che il governo punta ad una crescita del Pil dell'1,5% è serio cincischiare su 5 miliardi?».
Cosa suggerirebbe ai 5Stelle?
«Se l'Appendino vuole essere sindaca di tutti dovrebbe farsi interprete dell'esigenza potente espressa da Torino».
E alla Lega?
«È il partito guida del governo, aderire alla manifestazione significa mettersi il vestito buono per la festa. E poi?».
È corretto paragonare la manifestazione di sabato e quella dei 40.000 del 1980?
«All'epoca tutti a sinistra capirono che bisognava cambiare registro sul tema del lavoro. La manifestazione di sabato è stata molto più interclassista. E ne ho apprezzato la serenità quasi olimpica, quella che scatta quando sai di interpretare un bisogno diffuso. Un bisogno sul quale da sempre ho cercato di sintonizzarmi».
Diodato Pirone
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